Prosegue a Sorgono la terza edizione del Festival del Passato Remoto, la manifestazione diretta dal giornalista e scrittore Sergio Frau, in corso di svolgimento fino a domenica 25 luglio fra Sorgono, Laconi e Nurallao.
Chiusa la giornata inaugurale, il festival continua domani, sabato 24, con un ricco calendario di appuntamenti, che avrà inizio alle 9.15 con la visita guidata al Parco Archeologico di Biru ‘e Concas a Sorgono, comunemente definito la Stonehenge sarda, in cui è possibile vedere oltre duecento menhir. Immerso nei boschi del Mandrolisai e situato nel centro esatto della Sardegna, il sito, risalente a circa cinquemila anni fa, rappresenta il maggiore raggruppamento di menhir del Mediterraneo. Biru ‘e Concas, che letteralmente significa “sentiero delle teste”, venne scoperto 33 anni fa dall’ex sindaco di Sorgono, Francesco Manca.
Sempre a Sorgono, ma al Teatro Murgia, alle 10,30, il convegno dal titolo “La Sardegna che non c’era”. Dopo l’apertura di Mario Carta, Commissario straordinario del comune di Sorgono, parleranno Antonello Gregorini e Giorgio Valdes, con un intervento dal titolo “Geoportale Nurnet: L’Isola dei Nuragici? Una megalopoli nel mare”; a seguire il topografo Alessandro Tilia con “Le sorprese del Campidano – Rilevazioni e aberrazioni nella Sardegna sepolta”; l’incontro sarà chiuso dagli interventi di Ettore Tronci e Sergio Frau: “Una Pompei del Mare. Il Cammino dei nuraghi sepolti vivi, sotto il fango”. I relatori si ritroveranno alle 16 come guide speciali di una escursione al Nuraghe Nolza di Meana Sardo.
Dopo l’inaugurazione di un percorso in Braille alle 18.00, al Museo di Sorgono, alle 18.30 al Teatro Murgia si terrà la proiezione del documentario “Omphalos. Al Museo di Sorgono” del videomaker Vincenzo Rodi e alla presenza di Sergio Frau.
Il cortile del Museo di Sorgono sarà la cornice, dalle 19.30, dell’incontro con l’archeometallurgo Claudio Giardino che racconterà “L’epopea del Bronzo in Sardegna” e presenterà il libro di Alessandro Atzeni “Gladiatores”, che indaga sull’identità dei Giganti di Mont’ePrama. Di particolare fascino la chiusura dell’incontro con la fusione/spettacolo di un bronzetto realizzato in pubblico da Andrea Loddo, l’artigiano, “tecnico archeosperimentale”, che fa rinascere i bronzetti nuragici.