Si è chiuso con successo, a Samassi, l’incontro organizzato per celebrare il ventennale dell’Associazione Internazionale Città della Terra Cruda. Numerosi gli interventi che hanno messo in luce lo stato dell’arte sulla tutela del patrimonio architettonico in terra cruda in diverse regioni italiane (ripreso anche nel documentario realizzato dal regista Alonso Crespo e in alcuni Paesi europei (Spagna, Germania, Grecia, Romania). Spazio anche ai progetti che si stanno portando avanti a cura della rete delle Città della terra in Italia e all’estero.
«Se il percorso più semplice è forse quello di guardare al passato, l’obiettivo principale è invece capire come queste architetture, soprattutto per le nostre comunità, possano essere volano di sviluppo territoriale ed economico», ha dichiarato al termine dell’evento di sabato Enrico Pusceddu, presidente dell’associazione e sindaco di Samassi.
«Lo stiamo facendo con diversi progetti – ha aggiunto Enrico Pusceddu – e con un’attività di sensibilizzazione costante. Poiché però il 90 per cento del patrimonio architettonico in terra cruda è dei privati, non possiamo lasciare l’onere del recupero e della valorizzazione in capo ai proprietari. Per questo abbiamo portato all’attenzione del Ministero e della Regione la necessità di prevedere con i fondi del Pnrr delle linee dedicate alla tutela delle architetture in terra cruda».
In questa direzione sta andando anche l’Unione dei Comuni Terre del Campidano, di cui Samassi fa parte insieme a Sardara, Serrenti, Pabillonis e San Gavino Monreale: «Abbiamo deciso – ha concluso il primo cittadino -, sempre in collaborazione con la Regione, di strutturare un intero programma territoriale sulle architetture di terra, che diventano il filo conduttore dello sviluppo. C’è stato un finanziamento di circa 17 milioni di euro su questo tema, verranno quindi ristrutturate tante case in terra cruda nei nostri comuni e diventeranno punto di riferimento per lo sviluppo ecosostenibile del territorio.»
Antonio Caria