Erano circa novecento gli uomini che questa mattina sono arrivati in religioso silenzio, all’alba, nella chiesa di Santa Maria Assunta a Cabras: il saio immacolato stretto da un cordone in vita e i piedi scalzi. A Cabras è tempo di festa, è il giorno della Corsa degli Scalzi.
Gli uomini e le donne di Cabras rivivono la storica tradizione con un sentimento di riconoscenza nei confronti di quel Santo che cinquecento anni fa, come raccontano gli anziani, ha salvato il popolo dall’invasione saracena. I sentieri del Sinis sono stati calpestati dai piedi nudi del popolo in corsa, per ridestare gli antichi gesti concitati, quando fu di vitale importanza mettere in salvo la statua del Santo, e il paese stesso, dall’attacco devastante degli invasori.
Prima della processione, centinaia di fedeli hanno partecipato alla messa concelebrata dal parroco, monsignor Giuseppe Sanna, dal vescovo di Oristano, monsignor Roberto Carboni e dal vescovo di Cagliari monsignor Giuseppe Baturi. Il simulacro è stato quindi accolto al villaggio tra la folla festante, segnando il primo atto di una processione carica di fede e devozione.
«Oggi più che mai Cabras si identifica con il popolo del passato, salvato dai saraceni per intercessione del Santo – afferma il sindaco di Cabras Andrea Abis che nei giorni del sabato e della domenica è anch’egli uno dei corridori della processione -. La necessaria e meticolosa organizzazione dell’evento non ne scalfisce in alcun modo la nobiltà e il senso di appartenenza. Il lavoro congiunto dei giorni che precedono la festa assicura la buona riuscita di una tradizione che è prima di tutto religiosa.»
Fra i quattordici gruppi presenti nell’associazione Is Curridoris, sono stati gli uomini del decimo e del secondo gruppo ad avere l’onore e l’onere rispettivamente di avviare a Cabras e concludere a San Salvatore la Corsa del sabato. Una turnazione che segue regole precise e che garantisce a tutti, nel tempo e negli anni, di poter trasportare l’amato simulacro durante il tragitto che unisce Cabras al villaggio.
Se in passato la Corsa era infatti realizzata da pochi uomini, con il trascorrere degli anni l’attaccamento alla tradizione religiosa è cresciuto, e con essa il numero degli Scalzi. Per questo motivo è necessaria un’organizzazione interna che determini il punto preciso in cui ciascuna muda trasporterà la teca del Santo. Ogni gruppo è composto da 14 mudas, e ogni muda da cinque uomini. Sono sette i gruppi che trasportano il simulacro all’andata del sabato e sette quelli che lo accompagneranno la domenica a Cabras.
«Viviamo intensamente ogni istante della processione corsa, consapevoli che sempre più persone grazie a questo, vengono a conoscenza della nostra storia e della nostra tradizione. Un compito importante dell’associazione è quello di far recepire l’essenza più intima del sentimento che ci spinge a compiere quest’atto, e il riuscirci ci ripaga degli sforzi di tutto un anno di preparazione», spiega il segretario dell’associazione Is Curridoris Mauro Mura.
Nel villaggio oggi per tutta la giornata è stato festeggiato l’arrivo di San Salvatore. In serata è in programma la Sagra del Muggine e uno spettacolo itinerante che vedrà protagonisti i Tumbarinos di Gavoi. Dalle 22:00 seguirà il concerto del variety show “Feminas” di Cristina Fois.