La musica comincia a metà mattina, alle 11.00, nella chiesa romanica di San Maurizio, ad Ittiri, sulle note della tromba di Luca Aquino e della fisarmonica di Carmine Ioanna con “aQustico”, progetto pubblicato su disco nel 2013 dalla Tǔk Music, l’etichetta fondata da Paolo Fresu che quest’anno brinda ai suoi primi dieci anni di attività (una ricorrenza che Time in Jazz celebra anche attraverso una mostra). Un disco all’insegna dell’amore per la melodia, il cantato e il suono, frutto della leggerezza compositiva del trombettista che riunisce e sublima tutte le esperienze che il trombettista beneventano si porta dentro: il jazz, la sperimentazione, la melodia mediterranea, l’amore per le atmosfere nordiche e per quelle balcaniche. Un lavoro che ci restituisce una musica pensata quasi per immagini.
Nel pomeriggio il festival fa tappa a Nulvi, alla chiesa di San Giovanni Battista, per il concerto del trio di Salvatore Maltana; nome di primo piano della scena jazzistica sarda, il contrabbassista algherese presenta il repertorio del suo recente album, “My Folks”, in compagnia degli stessi compagni di viaggio che l’hanno affiancato in studio di registrazione: Max De Aloe, uno dei più apprezzati armonicisti jazz d’Europa, e il chitarrista Marcello Peghin, altro volto noto del panorama musicale isolano, anche lui di casa ad Alghero. Un album dichiaratamente ispirato dai ricordi di famiglia e dell’infanzia, suggestioni e emozioni che Salvatore Maltana ha fissato in otto composizioni originali e affidato al riuscito amalgama di questa formazione atipica (contrabbasso, armonica cromatica, chitarra); un disco tra world music e jazz, registrato, mixato e masterizzato negli studi di Cagliari da Marti Jane Robertson, e pubblicato dall’etichetta di Max De Aloe, la Barnum for Art.
In serata, dopo la parata musicale della Funky Jazz Orchestra nelle vie di Berchidda, nuovo appuntamento con il Festival Bar, la serie di concerti che ogni sera ha come palchi i bar del paese, trasformati per l’occasione in piccoli club di musica all’aperto; quasi un festival nel festival, con alcuni dei musicisti e delle formazioni più interessanti del panorama sardo come protagonisti: domani (martedì 11) è la volta della cantante e compositrice Daniela Pes (chitarra e voce), vincitrice del Premio Parodi nel 2017 – premio assoluto, critica, giuria internazionale, miglior musica, miglior arrangiamento -, e premio miglior musica e premio Nuovoimaie al concorso Musicultura 2018. La affianca, alle 20.00 al Bar K2, il musicista, compositore e producer Pier Piras.
Alle 21.30 si accendono finalmente i riflettori sul “palco centrale” del festival, quello di Piazza del Popolo: a inaugurare la serie di cinque serate berchiddesi, il padrone di casa Paolo Fresu alla testa del suo Devil Quartet, formazione che ha debuttato alla fine del 2003, e che nel nome rimanda e allude al suo illustre precedente, l’Angel Quartet (nato nel 1994 come alter ego elettroacustico dell’allora già avviatissimo quintetto “storico”). Dalla precedente formazione, il progetto ha ereditato anche strumenti e struttura: accanto alla tromba e al flicorno del leader ci sono il chitarrista Bebo Ferra – altro musicista sardo (cagliaritano) che si è affermato oltre i confini isolani -, Paolino Dalla Porta, uno dei contrabbassisti più apprezzati nel panorama del jazz italiano, ed il batterista Stefano Bagnoli, raffinato specialista nell’uso delle spazzole su piatti e tamburi. Diverso rispetto al quartetto dell’“angelo” è invece il suono, più acustico, del Devil Quartet, come dimostra in particolare il quarto album del gruppo, “Carpe diem” (pubblicato due anni fa dalla Tǔk Music) che offre titolo e materiale sonoro al concerto di domani sera (11 agosto) a Berchidda.