Tutto è pronto per l’inizio della storica Fiera del Bestiame di San Marco, a Ollastra, in programma dal 21 al 26 aprile. Sarà una Fiera all’insegna della tradizione, dell’innovazione e del progresso. Un’opportunità di incontro del mondo rurale dell’allevamento, delle produzioni tipiche, dell’enogastronomia e dell’artigianato artistico, della formazione e della divulgazione didattica per piccoli e grandi.
La Fiera di San Marco, nel cuore di una primavera di passaggio di antiche transumanze, di investimenti e speranze per generazioni di allevatori, di famiglie non solo campidanesi che si incontravano per esibire, comprare e vendere i migliori capi di bestiame in una Fiera che, oggi, eredita una storia che i documenti paiono far risalire come già esistente già nel 1839.
Ciascuno di noi, ad Ollastra, conosce la Fiera di San Marco da sempre, dichiara il sindaco Osvaldo Congiu, la conosciamo da generazioni. Solo il Covid ha interrotto quest’antica tradizione. Le nostre campagne sono sempre state luogo di crocevia, di scambio, di incontro e mercato.
Stiamo lavorando alacremente da mesi, per quest’attesissima prima annata post-Covid. Sono stati anni complicati e la nostra intenzione è quella di proporre una fiera all’insegna della tradizione, del rispetto della sua storica importanza per l’economia agropastorale del nostro territorio.
Un’economia solida, radicata nella cultura della cultura del tempo, che sa contrapporsi, non senza difficoltà, alle molte problematiche locali e globali che il mondo delle produzioni rurali ed alimentari devono superare.
Gli organizzatori stanno lavorando affinché la Fiera di San Marco, così come è sempre stata, costituisca in modo ancora più forte, un’opportunità, un’occasione favorevole per la crescita dell’economia del nostro territorio e della nostra comunità.
Per guardare avanti, abbiamo incominciato dalle fondamenta del nostro passato: dalla storia.
Da ormai più di un anno, le carte dell’Archivio storico del comune di Ollastra sono oggetto di un intenso lavoro di descrizione e riordino, per restituire alla comunità strumenti e fonti per la ricostruzione della propria storia.
Registri, atti, documenti, liti, controversie, donazioni e deliberazioni amministrative, antiche carte, registri di nascita, di morte, di leva, di migrazioni e di un urbanesimo che cambia. Dallo studio delle carte d’archivio, pare evidente che la storia, le esperienze e l’economia di Ollastra siano legate ed intrecciate indissolubilmente con la storica Fiera di San Marco.
A cantiere aperto (la fine del lavoro di riordino e la pubblicazione dell’inventario è prevista per i prossimi mesi), prosegue il sindaco Osvaldo Congiu, l’appuntamento del 25 aprile della fiera di San Marco, è parso un’occasione per iniziare a ragionare sulla necessità che Ollastra, dal lavoro di riordino dell’Archivio Comunale, ponesse le basi per la raccolta della memoria documentale e collettiva della storia di Ollastra, della sua Festa Parrocchiale e della storica Fiera di San Marco. Con questo spirito vorremmo fare appello a quanti siano in possesso di fotografie, documenti, memorie legate alla storia della nostra comunità, affinché ci concedano l’opportunità di ricostruire la memoria collettiva donando o concedendo in prestito per la scansione e duplicazione, delle tessere di memoria che saranno Patrimonio collettivo di cui il comune sarà custode a nome, per conto e servizio di tutti.
La Fiera di San Marco 2023 esordirà dunque con una mostra documentaria che scende a ritroso nel tempo per cercare le radici della più nota festa di Ollastra. Le tradizioni e le esperienze di Ollastra nell’allevamento e nella pastorizia sono presenti in tutte le carte dell’Archivio e ci fanno fare un viaggio che parte dall’età feudale.
Al centro della mostra si è voluto mettere un documento che rimanda all’edizione della Fiera di San Marco del 1909: è la richiesta di un duplicato della matrice di un bollettino di compravendita del bestiame avvenuta in occasione della fiera inviata da Giovanni Musinu Fadda di Busachi al segretario comunale di Ollastra Simaxis.
Il bollettino di bestiame era un documento obbligatorio per legge, che comprovava l’affidamento in custodia, la donazione o la compravendita della proprietà del bestiame e doveva essere esibito agli ufficiali e agenti della forza pubblica a ogni controllo.
Era anche un documento che poteva essere presentato in una causa per attestare la proprietà degli animali in caso di furto o smarrimento. Era insomma un documento fondamentale per i proprietari di bestiame che tuttavia spesso lo perdevano e per questo motivo negli archivi dei comuni troviamo conservate le richieste di duplicati.
A occuparsi del bollettino era l’Ufficio Abigeato, istituito in ogni comune della Sardegna da un Regio Decreto del 1898 e soppresso solo nel 1996, quando le sue competenze furono affidate alle Aziende Sanitarie Locali.
Il compito fondamentale dell’Ufficio era vigilare e contrastare l’abigeato, il reato del furto del bestiame, che era uno dei fenomeni che più preoccupava e occupava gli allevatori.
La documentazione che è stata prodotta e raccolta dall’Ufficio Abigeato, costituisce una preziosa risorsa per la ricostruzione delle radici più antiche della Fiera di San Marco che è molto più di una semplice occasione festiva e folkloristica, ma è il cuore identitario della comunità ollastrina.
La mostra vuol essere lo spunto per riflettere sul valore e sull’importanza degli archivi nella ricostruzione identitaria di una comunità che, attraverso la fruizione e la valorizzazione dei documenti, può conoscere e ritrovare le proprie origini e scoprirsi tanto identica quanto completamente mutata.
Il lavoro di riordino dell’archivio comunale di Ollastra e di raccolta del materiale è stato curato dagli uffici comunali supportato dai due archivisti e ricercatori, Davide Maringiò ed Eleonora Poddi della società Alicubi, impegnata nel riordino dell’Archivio Comunale.