«Se in tutta Italia per ottenere il riconoscimento dello stato di invalidità, in media, è necessario attendere 120 giorni, in Sardegna ne occorrono ben 193. I dati, aggiornati al 2019, non erano dei più rosei, in quanto collocavano la nostra isola come penultima in Italia per quanto riguarda le tempistiche, ma oggi, alla luce della crisi pandemica, i disagi sono aumentati notevolmente e le tempistiche si sono dilatate enormemente. Se al 31 dicembre 2019 le pratiche in giacenza per la prima visita presso le ASL sarde ammontavano a 46.591, al 30 settembre 2020 ammontano a 58.118. Al 23 marzo scorso, infatti l’INPS ha sospeso le visite in presenza prendendo in carico soltanto quelle dei pazienti oncologici in via telematica. Di conseguenza le liste d’attesa sono diventate chilometriche. In particolare, a fine maggio 2020, le organizzazioni sindacali hanno denunciato che, nella sola Provincia di Cagliari, le persone in attesa di essere esaminate dalle commissioni medico-legali per l’accertamento dello stato di invalidità ammontavano a oltre 14 mila. Una cifra esorbitante e preoccupante che richiede un intervento urgente.»
Il capogruppo del M5S Michele Ciusa ha presentato una mozione che impegna il Presidente della Regione e la Giunta a snellire le procedure di accertamento sanitario per l’invalidità civile e l’handicap assicurando il celere smaltimento delle pratiche arretrate e la contrazione dei tempi di attesa.
La mozione dedica particolare attenzione alle pratiche che riguardano i minori, dal momento che i bambini ed i ragazzi con disabilità accertata devono poter dimostrare le proprie condizioni in fase di iscrizione a scuola per poter avere un insegnante di sostegno.
«La tempistica dell’accertamento sanitario della condizione di disabilità in questi casi deve avvenire attraverso una corsia preferenziale che permetta alle istituzioni scolastiche di inoltrare tempestivamente all’Ufficio scolastico regionale la richiesta complessiva dei posti di sostegno, e rendere così effettivo il diritto fondamentale all’istruzione e all’inclusione sociale dei minori con disabilità», ha concluso Michele Ciusa.