«Assistere al conseguimento di così brillanti risultati è per l’istituzione universitaria stimolo per un crescente impegno nell’investimento in capitale tecnologico e nel sostegno delle giovani promesse per una loro piena inclusione nella società della conoscenza.»
A pronunciare queste parole è stato, a nome dell’Università di Cagliari, il Prorettore per la Didattica Ignazio Putzu, durante la cerimonia di consegna del premio di laurea “Alessandra e Valentina Marini”, nella Sala Consiglio di Palazzo Belgrano.
A vincere questa seconda edizione del premio sono stati Elisa Deidda e Matteo Marrocu, per le tesi di laurea rispettivamente su “Variabilità fenotipica del chimerismo dopo trapianto di midollo osseo per Beta-thalassemia in singolo centro pediatrico” e “Passato e presente del sovraccarico di ferro nella Beta-thalassemia major”. Ai due laureati è stata assegnata rispettivamente la somma di duemila e 1.500 euro.
«Il lavoro svolto – ha sottolineato Giorgio La Nasa, Prorettore per le attività sanitarie – ha coinvolto la Commissione giudicatrice nella condivisione dell’entusiasmo col quale i giovani studiosi hanno saputo approfondire le tematiche oggetto di tesi. Il nostro augurio è che possano conseguire nuovi e maggiori riconoscimenti in un settore disciplinare bisognoso di sempre nuova linfa per il benessere della collettività.»
Il Premio assegna un riconoscimento per incoraggiare le nuove leve di medici, ricercatori e personale sanitario avviate sulla scia dei loro maestri e predecessori che hanno spostato la finalità degli interventi dalla sopravvivenza a termine (anni ‘60/’70/‘80) alla prognosi aperta.
A pronunciare queste parole è stato, a nome dell’Università di Cagliari, il Prorettore per la Didattica Ignazio Putzu, durante la cerimonia di consegna del premio di laurea “Alessandra e Valentina Marini”, nella Sala Consiglio di Palazzo Belgrano.
A vincere questa seconda edizione del premio sono stati Elisa Deidda e Matteo Marrocu, per le tesi di laurea rispettivamente su “Variabilità fenotipica del chimerismo dopo trapianto di midollo osseo per Beta-thalassemia in singolo centro pediatrico” e “Passato e presente del sovraccarico di ferro nella Beta-thalassemia major”. Ai due laureati è stata assegnata rispettivamente la somma di duemila e 1.500 euro.
«Il lavoro svolto – ha sottolineato Giorgio La Nasa, Prorettore per le attività sanitarie – ha coinvolto la Commissione giudicatrice nella condivisione dell’entusiasmo col quale i giovani studiosi hanno saputo approfondire le tematiche oggetto di tesi. Il nostro augurio è che possano conseguire nuovi e maggiori riconoscimenti in un settore disciplinare bisognoso di sempre nuova linfa per il benessere della collettività.»
Il Premio assegna un riconoscimento per incoraggiare le nuove leve di medici, ricercatori e personale sanitario avviate sulla scia dei loro maestri e predecessori che hanno spostato la finalità degli interventi dalla sopravvivenza a termine (anni ‘60/’70/‘80) alla prognosi aperta.
Antonio Caria