Continua l’attività di semplificazione e snellimento delle procedure che riguardano il Piano di Assetto idrogeologico dei Comuni. La Giunta regionale ha approvato la delibera che introduce integrazioni e modifiche alle Norme di Attuazione del PAI, tese proprio a superare i vincoli e le criticità che fino a oggi hanno bloccato l’attività di programmazione delle Amministrazioni comunali. L’obiettivo è, infatti, quello di velocizzare l’approvazione degli strumenti urbanistici dei Comuni e, più in generale, di garantire la sicurezza delle aree a rischio fornendo tutti gli strumenti utili per la difesa del territorio.
«La rigidità del Piano di Assetto idrogeologico ha contribuito a bloccare lo sviluppo dei territori in un momento storico già significativamente interessato da fenomeno quali lo spopolamento e la denatalità –spiega il presidente della Regione, Christian Solinas -. Dotare i Comuni di strumenti di programmazione in linea con i tempi e le esigenze del momento è un atto che questa Giunta sente come dovere primario. Oggi miglioriamo le norme che disciplinano la difesa idrogeologica e idrografica, le aree a rischio e le fasce fluviali garantendo quella semplificazione delle procedure di cui le Amministrazioni locali hanno urgente bisogno.»
Non a caso, tra le azioni indicate nel Piano di gestione del rischio alluvioni, PGRA, è previsto l’aggiornamento continuo della disciplina di attuazione relativa alle aree individuate come allagabili al fine di renderle sempre più adatte alle esigenze della pianificazione e della realizzazione di interventi in aree perimetrate dal PAI. Spetterà ora all’Adis, Agenzia regionale del distretto idrografico della Sardegna, redigere il testo coordinato delle Norme di Attuazione del Piano stralcio di Assetto Idrogeologico, condizione necessaria per consentire l’adozione urbanistica dei PUC e dei piani attuativi.
«Si tratta di un intervento di carattere normativo molto atteso perché va incontro alle esigenze dei Comuni sardi – spiega l’assessore dei Lavori pubblici, Roberto Frongia -. Le modifiche introdotte danno una risposta concreta alle esigenze di semplificazione procedurale sugli studi che corredano gli atti attuativi di pianificazione, il sistema dei piani di settore e le varianti al PAI. Avevamo preso un impegno preciso ed oggi, intervenendo direttamente sulle norme che governano la programmazione dei piani urbanistici, proseguiamo sulla strada della semplificazione. In questa delicata fase di ripresa dall’emergenza, attraverso la leva dell’edilizia i Comuni potranno dare slancio all’economia dei territori generando indotto e consentendo una ripresa del trend occupazionale.»
La delibera che introduce le modifiche alle Norme di attuazione del PAI segue una serie di misure che nel corso di questi mesi hanno consentito di apportare semplificazioni procedurali e di introdurre importanti novità quali la riduzione dei tempi delle conferenze programmatiche per approvazione delle varianti al Pai da 60 a 30 giorni, l’esclusione dagli obblighi di redazione degli studi per alcune categorie di opere e l’estensione degli interventi ammissibili nelle aree pericolose in ambito urbano in presenza di misure attive di protezione. In relazione agli studi di assetto, con le nuove integrazioni sono state definite le situazioni per le quali è esclusa la presentazione. È sempre tesa allo snellimento burocratico è la riscrittura ordinata della procedura di approvazione delle varianti singole. In questo contesto il Piano stralcio fasce fluviali costituisce variante al PAI: non si avrà più PSFF più PAI ma un unico oggetto.
«Veniamo fuori da una stagione di lavoro intenso che ha visto impegnati a vario titolo tutti i soggetti istituzionali interessati – conclude l’assessore Roberto Frongia -. Insieme abbiamo cercato di dare una risposta concreta in termini di semplificazione e aggiornamento delle norme che disciplinano la materia, sulla base anche delle istanze presentate dai comuni.»