«A seguito degli innumerevoli appelli rivolti all’azienda da UGL e da altre sigle sindacali, a tutt’oggi caduti nel vuoto, ci troviamo costretti a denunciare per l’ennesima volta la totale mancanza di attenzione di alcuni organi aziendali verso i diritti e le esigenze del personale in servizio. Da oltre 5 anni UGL sottopone a Abbanoa la questione ‘Ex-ESAF’, ovvero che ci si trovava d fronte ad un disastro annunciato.»
Lo affermano Nazzarena Marongiu ed Andrea Geraldo, rispettivamente segretaria regionale UGL chimici Gas-Acqua e segretario provinciale UGL Chimici, in merito allo stato di agitazione proclamato dai lavoratori di Abbanoa.
«La nostra organizzazione sindacale ha a lungo sensibilizzato l’azienda affinché provvedesse all’assunzione e alla riorganizzazione delle risorse umane. La questione “Ex-Esaf” non è improvvisamente piovuta dal cielo: la carenza di personale dovuta ai pensionamenti e al giusto rientro in RAS di molti dipendenti, la totale assenza di una contrattazione di secondo livello, il sotto-inquadramento dei dipendenti e le continue richieste di copertura turni, stanno portando Abbanoa al collasso. Occorre – concludono Nazzarena Marongiu ed Andrea Geraldo – un’immediata riorganizzazione strutturale volta al benessere, alla sicurezza dei lavoratori e a una maggiore soddisfazione delle esigenze dei cittadini.»
Lo affermano Nazzarena Marongiu ed Andrea Geraldo, rispettivamente segretaria regionale UGL chimici Gas-Acqua e segretario provinciale UGL Chimici, in merito allo stato di agitazione proclamato dai lavoratori di Abbanoa.
«La nostra organizzazione sindacale ha a lungo sensibilizzato l’azienda affinché provvedesse all’assunzione e alla riorganizzazione delle risorse umane. La questione “Ex-Esaf” non è improvvisamente piovuta dal cielo: la carenza di personale dovuta ai pensionamenti e al giusto rientro in RAS di molti dipendenti, la totale assenza di una contrattazione di secondo livello, il sotto-inquadramento dei dipendenti e le continue richieste di copertura turni, stanno portando Abbanoa al collasso. Occorre – concludono Nazzarena Marongiu ed Andrea Geraldo – un’immediata riorganizzazione strutturale volta al benessere, alla sicurezza dei lavoratori e a una maggiore soddisfazione delle esigenze dei cittadini.»