Si è concluso il web tour di CGM “Ricomporre per Innovare”, un momento di ascolto e di confronto con i territori che fanno parte della più grande rete cooperativa italiana per tracciare le linee strategiche di sviluppo futuro e costruire il piano d’impresa dei prossimi cinque anni. Oltre 200 persone provenienti da tutte le regioni d’Italia hanno partecipato al tour che si è concluso con l’ascolto di Lazio, Calabria, Sicilia e Sardegna, regioni in cui la rete CGM è presente complessivamente con 86 cooperative e 10 consorzi.
La pandemia ha dimostrato il ruolo fondamentale della cooperazione e delle imprese sociali che hanno saputo garantire con competenza e perseveranza servizi alla comunità e presidi di prossimità aprendosi alla transizione digitale per sperimentare nuovi approcci e opportunità. Ed è proprio partendo dall’ascolto delle imprese, dei nodi territoriali della rete e dei loro bisogni, che CGM sta orientando il proprio piano industriale che sarà presentato nel mese di febbraio e che punterà su alcuni asset strategici come la rigenerazione delle infrastrutture sociali, la trasformazione tech del welfare, la creazione di lavoro e il rafforzamento di filiere sostenibili.
In Sardegna CGM è presente con 29 cooperative e 3 consorzi distribuiti nelle province di Olbia, Carbonia-Iglesias, Nuoro, Sassari e Cagliari. In questo periodo scandito dalla pandemia – per le cooperative sarde – prevale un senso di costante isolamento. Il continuo ritrovarsi a rincorrere la quotidianità e le urgenze del momento contribuisce ad una scarsa possibilità di condivisione e scambio di buone pratiche. Per questo motivo – secondo le cooperative – il piano industriale di CGM deve avere in primis la capacità di riconnettere i territori tra loro e di favorire allo stesso tempo le relazioni. Le cooperative si sforzano per cercare di affrancarsi dal mondo della pubblica amministrazione attivando singolarmente progettualità ed iniziative. In questo periodo però, è molto difficile fare a meno degli appalti e delle pubbliche amministrazioni. Se da una parte il Covid-19 ha isolato ancora di più le realtà che operano sul territorio, dall’altra ha dato loro la spinta per attivare risorse che priva non venivano neppure prese in considerazione. Una spinta che continuerà a prescindere dall’andamento della pandemia.