«La pandemia non solo ha segnato il mondo e la nostra isola, ma ha provocato una profonda crisi economia e sociale. La Regione Sardegna è la regione che ha investito di più per promuovere la ripartenza e sostenere i suoi cittadini nelle fase più critica dell’emergenza. La vera sfida oggi è rappresentata dal tempo, i tempi che separano il momento dello stanziamento da quello dell’erogazione. Dobbiamo accorciare quest’intervallo di tempo per dare risposte immediate ai lavoratori e alle imprese,grazie anche ai nuovi fondi in arrivo del Recovery Fund, che potranno dare una scossa al sistema produttivo. Il titolo del convegno rappresenta un segno di speranza che vogliamo coltivare per rincominciare a svolgere il nostro lavoro in libertà, una libertà che dobbiamo gestire con responsabilità, perché l’emergenza non è finita e si ripropone con nuovi rischi. Se saremo in grado di gestire la libertà in modo responsabile potremo inaugurare una nuova stagione di resilienza.»
Così il presidente della Regione Christian Solinas, intervenendo al convegno “Riprendiamoci il lavoro”, promosso dall’assessorato regionale del lavoro per facilitare uno scambio di idee a supporto di una strategia condivisa di sostegno e ripresa del lavoro in Sardegna nel dopo Covid-19, al quale hanno partecipato esponenti istituzionali e attori del mondo datoriale, sindacale, associativo e del mercato del lavoro.
«La pandemia sia un’occasione di ripartenza per mettere al centro la persona – ha affermato l’assessore del Lavoro Alessandra Zedda -. La Regione non crede nell’assistenzialismo perché il lavoro non è solo reddito ma dignità. Il reddito di cittadinanza non è uno strumento di politica attiva, come dimostrano le esigue percentuali di inserimento lavorativo, ma uno strumento di sostegno al reddito. Le nostre politiche vanno in un’altra direzione, verso il sostegno e la promozione dell’occupazione e della formazione professionale.»
«Le istituzioni europee – conclude l’assessore del Lavoro – ci rammentano che, nel prossimo futuro, i principali obiettivi dovranno essere, oltre alla transizione ecologica, la transizione della persona, l’integrazione della diversità e l’inclusione sociale, un valore aggiunto per la società. Un’altra riflessione importante, riguarda i rapporti tra le istituzioni, tra l’Unione Europea e i governi nazionali, tra lo stato, le regioni e gli enti locali, nel rispetto del principio di sussidarietà. Bisogna riflettere su come snellire la burocrazia per semplificare i rapporti tra i cittadini e le istituzioni. Anche il ruolo dei partiti deve evolversi in un ruolo di sintesi delle esigenze delle comunità.»
«Il lavoro è il primo mattone della comunità – ha affermato l’arcivescovo di Cagliari mons. Giuseppe Baturi – per questo è importante rincominciare proprio dal lavoro e dal tema della sua dignità. La crisi sia un occasione per dare un nuovo orientamento alla vita, non mi auguro un ritorno al pre-Covid, ma un nuovo inizio perché l’emergenza ha dimostrato le storture e le differenze nelle condizioni di vita delle persone.»