«Sono trascorsi otto mesi dal nostro primo appello all’assessore alla Sanità Nieddu affinché si trovasse una soluzione per il dramma che coinvolge gli oltre cento lavoratori impiegati nella struttura sanitaria di Rizzeddu e tutti i pazienti psichiatrici da anni in cura nella stessa. Purtroppo però le nostre richieste d’aiuto, urlate a gran voce e rivolte ad Ats, Asl di Sassari e assessore Nieddu, si sono scontrate contro il muro dell’indifferenza, dell’immobilismo e dell’incapacità dimostrata da questo governo regionale. Così per i cento lavoratori di Rizzeddu si aprirà il dramma nel dramma: la perdita del lavoro. Oggi possiamo affermare che queste famiglie sono state volutamente abbandonate al proprio destino e condannate al licenziamento per manifesta incapacità di portare a termine una procedura d’appalto.»
Sono queste le parole pronunciate dai consiglieri regionali Desirè Manca (Movimento Cinque Stelle) e Gianfranco Satta (Progressisti), che già lo scorso 6 marzo hanno presentato un’interrogazione urgente
«La vicenda è nota: i lavoratori di Rizzeddu – hanno aggiunto Desirè Manca e Gianfranco Satta – attendono da tempo il trasferimento nei locali del San Giovanni Battista di Ploaghe, la nuova struttura dedicata ad accogliere i pazienti psichiatrici di Rizzeddu. Ma ancora oggi, quando mancano soltanto quattro giorni alla scadenza dei contratti, la struttura di Ploaghe non può essere accreditata e non potrà esserlo fino a quando non verrà pubblicato il bando della gara d’appalto che consentirà la proroga dei contratti dei lavoratori della Cooperativa sociale Elleuno, e di conseguenza la prosecuzione dell’attività nei nuovi locali anche dopo il 31 marzo.»
«Questo vergognoso ritardo in questo difficile momento di crisi pandemica è gravissimo, anche perché se queste professionalità resteranno a casa, decine di pazienti psichiatrici, di persone fragili, resteranno senza punti di riferimento e senza assistenza – hanno concluso Desirè Manca e Gianfranco Satta -. Questo è l’ennesimo schiaffo per la città di Sassari e per il nostro territorio. Un’ulteriore mossa studiata ad hoc per impoverire ancora di più un territorio martoriato dell’incapacità della politica isolana, da sempre più attenta a risolvere i problemi del Sud Sardegna rispetto a quelli del Nord.>>
Antonio Caria