Otto focus group con 79 operatori del collocamento mirato e 101 questionari analizzati con l’indagine conoscitiva preliminare del Progetto N.O.I. – Network per l’Occupabilità e l’Inclusione, promosso dall’Aspal per la piena inclusione delle persone con disabilità e finanziato dal POR FSE 2014-2020. E ancora, 15 workshop con gli stakeholder realizzati in 5 diversi ambiti territoriali, 110 professionisti coinvolti appartenenti a 7 diversi enti territoriali e un evento di lancio con ben 14.570 visualizzazioni web per complessivi 6.512 minuti, con 324 accessi solo sulla piattaforma Zoom. Sono i primi dati emersi questa mattina nel corso del secondo evento organizzato dall’Agenzia sarda per le politiche attive del lavoro. Il dialogo tra i Centri per l’impiego, la sede centrale dell’Aspal e tutti gli operatori del settore, che hanno costituito una rete ancora in espansione, permette di mettere a disposizione le competenze e la professionalità di ciascun ente per favorire l’occupazione di persone svantaggiate, personalizzando il progetto per ciascun utente coinvolto.
Tra gli elementi emersi sinora, la necessità di avere operatori sempre più formati e specializzati, e di sviluppare ulteriormente i sistemi informativi.
Alessandra Zedda, assessora regionale del Lavoro, ha spiegato che «quella di oggi è soprattutto una giornata di riflessione. Ritrovarsi dopo appena un mese dalla presentazione del progetto, sottolinea l’importanza che gli stiamo dando. Il Terzo settore assumerà una rilevanza strategica accanto alle istituzioni coinvolte e alle politiche del nostro Assessorato e dell’Agenzia Aspal, che mettono al centro le persone. Al Progetto N.O.I. chiediamo benessere, inclusione e, soprattutto, una prestazione reale finalizzata all’inserimento lavorativo dei beneficiari. Inoltre, specie in questo momento storico, è indispensabile ridurre i tempi di intervento».
Maika Aversano, direttrice generale dell’Aspal ha messo in evidenza lo spirito pionieristico dell’Aspal: «In questi mesi abbiamo avviato e consolidato un’innovativa azione di rafforzamento del collocamento mirato in Sardegna, sperimentando la costruzione di una rete di servizi sull’intero territorio regionale per rendere efficace la presa in carico delle persone con disabilità da parte dei Centri per l’impiego. Il nostro sforzo maggiore è creare un supporto efficace per queste persone. L’incontro di oggi non è la conclusione di un percorso, bensì è il primo passo per dar via a una collaborazione profonda tra tutti gli attori e gli enti coinvolti che possano portare a interventi personalizzati e azioni di politica attiva da mettere in campo per l’inserimento al lavoro delle persone con disabilità».
«Il Progetto N.O.I. è certamente molto articolato e complesso – ha sottolineato Giovanni Salomone, manager della SCS Consulting, società capofila dell’assistenza tecnica che vede coinvolte anche MBS e 37Comunicazione -. I workshop ci stanno permettendo di mettere in luce le peculiarità degli attori coinvolti e comprendere come si possono migliorare le connessioni e rendere il tutto omogeneo. Solo conoscendosi e contaminandosi è possibile fare rete. Ed è una rete in continua evoluzione, aperta a nuovi ingressi da parte di ulteriori portatori di interessi, siano essi associazioni, enti del Terzo settore o più in generale tutti coloro che sono interessati a dare il proprio contributo».
Di notevole interesse l’esperienza raccontata da Caterina Giannattasio, direttrice del “Cagliari Accessibility Lab” dell’Università di Cagliari, un progetto nazionale al quale hanno aderito numerose realtà italiane. «Dobbiamo imparare a guardare con gli occhi degli altri, ed è questo il motivo imprescindibile per cui abbiamo coinvolto le associazioni che si occupano di disabilità, con la piena collaborazione degli Ordini degli ingegneri e degli architetti. Parliamo di aspetti legati alla fisicità, ma anche cognitivi e sensoriali. Ogni cittadino ha diritto alla bellezza e dobbiamo fare in modo che ogni luogo sia accessibile a tutti: ecco perché non ci occupiamo soltanto delle barriere architettoniche».
Franca Mele, presidente della Commissione per le problematiche degli studenti con disabilità e DSA dell’Università di Sassari, ha spiegato le modalità di accoglienza e gli strumenti di inclusione offerti dall’ateneo sassarese agli studenti con disabilità, oltre al servizio di tutorato che può essere attivato al momento dell’iscrizione: «Prevede un contributo economico che consente al singolo studente di scegliere liberamente il proprio tutor, una persona di fiducia che spesso segue il giovane da tempo».
Dello Sportello “Inclusion for All” ha parlato invece Luca Gaviano, referente dell’Osservatorio IERFOP Onlus, un ponte tra gli utenti e i servizi presenti nei territori. L’ente si occupa anche dello sviluppo di competenze da parte dei lavoratori disabili.
Stefania Gelidi, portavoce del Forum del Terzo settore Sardegna, ha ricordato che «per i cittadini il lavoro è un diritto-dovere, non un’opzione. In Italia, nel 2015, risultavano iscritte agli uffici di collocamento 775mila persone con disabilità: un numero che rende bene il senso della distanza che ancora separa le persone con disabilità dal lavoro, e insieme la sfida che le istituzioni si trovano ad affrontare oggi».