«Già da ottobre avevamo lanciato l’allarme: il gruppo “Todisco” non poteva essere la soluzione per il sito industriale Eni di Macchiareddu. A distanza di mesi, dopo che Eni, con fretta e furia sospette, ha avviato il processo di cessione del ramo d’azienda, con estrema amarezza apprendiamo dai primari organi di stampa nazionale che il titolare dell’azienda è stato interdetto dagli uffici direttivi di persone giuridiche e d’imprese a seguito della contestazione a Brescia del reato di inquinamento e disastro ambientale. Reato in atto, e non pregresso o semplicemente potenziale.»
Lo scrivono, in una nota, i consiglieri regionali dei Riformatori sardi Michele Cossa e Sara Canu.
«Chiediamo che l’Amministratore Delegato di Eni fermi immediatamente la cessione a Todisco: per Macchiareddu, sito strategico per tutta la Sardegna che deve dare le massime garanzie sul piano del rispetto dell’ambiente, non è immaginabile portare avanti una operazione di questo genere.»