Per la rubrica “A colloquio con.. “, abbiamo posto alcune domande alla consigliera comunale di Per Alghero, Gabriella Esposito.
Sono passati quasi due anni dall’elezione del sindaco, Mario Conoci. Un suo
giudizio sino a questo momento.
«Non posso che dare un giudizio fortemente critico. Sono stati due anni di
immobilismo: un sindaco molto fermo che non ha saputo dare il giusto impulso alla
Giunta e che non ha saputo sottoporre un’idea di città e di sviluppo per Alghero.
Nessuna nuova progettualità e di contro una incapacità a portare a termine quanto
avviato dalla precedente amministrazione. Basti pensare ai progetti Territoriali per
oltre 15 milioni di euro, il nuovo centro residenziale per gli anziani, l’ex cotonificio,
la ristrutturazione del Palazzo Civico. Tutto fermo. A questo si aggiunge una visione
miope che ha portato alla perdita del finanziamento per la casa delle Arti. Un vero
disastro. Un’amministrazione che si limita alla gestione dell’ordinario. Manca una
visione di Città. Tengo anche conto di ciò che avvenuto in quest’ultimo anno, ovvero
la pandemia, che ha contribuito a frenare buona parte dell’attività amministrativa
ma purtroppo Alghero, rispetto ad altri territori, partiva in maniera lenta e questa
situazione di crisi non ha fatto altro che accentuare questa lentezza.»
Anche Alghero non è stata risparmiata dal coronavirus. A suo modo di vedere, è
stato fatto tutto il possibile per gestire la pandemia oppure ci sono state delle
defaillance.
«Come lista “Per Alghero”, abbiamo sollecitato tantissime volte il sindaco a mettere
in campo un’informazione trasparente nei confronti dei cittadini. Ricordo la grave
difficoltà, nel momento del lockdown totale dei primi mesi del 2020, quando era
difficile capire per i cittadini come muoversi in città, nel fornire notizie sui servizi
disponibili. Anche sui dati relativi al contagio, mentre altri sindaci hanno informato
la popolazione in maniera puntuale, dell’andamento dei contagi e delle quarantene,
il sindaco Conoci non ha mostrato la stessa attenzione e inizialmente ha bollato le
nostre richieste come volte a soddisfare morbose curiosità. I dati sono arrivati quasi
sempre dopo le nostre sollecitazioni e dopo alcune verifiche, si sono rivelati non
sempre precisi, così ci siamo posti il dubbio che ci fosse un problema anche a monte,
da parte dell’Ats. Abbiamo avuto ragione: molti sindaci hanno sbattuto i pugni sul
tavolo e hanno preteso di conoscere, come autorità sanitarie delle loro comunità,
puntualmente la situazione per poterla comunicare ai cittadini. Abbiamo di recente
chiesto che venisse fatto lo screening della popolazione scolastica ma anche in
questa occasione, a differenza di quanto avvenuto in altri Comuni, ad Alghero non è
stato fatto niente.»
La situazione dell’Ospedale Civile e del Marino. Il suo punto di vista.
«Come opposizione abbiamo presentato, sin dall’inizio della consiliatura, due
richieste di consiglio comunale aperto: la prima riguardava la quattro corsie, mentre
l’altra verteva sulla sanità. Riteniamo che, a tutt’oggi, entrambi gli argomenti
meritino un’azione più incisiva da parte del sindaco. Sulla sanità in particolare
abbiamo delle preoccupazioni: intanto non abbiamo ancora visto realizzato il
riconoscimento di Dea di I livello per l’Ospedale di Alghero. Abbiamo chiesto sin
dall’inizio di avere rassicurazioni in questo senso, con un consiglio comunale aperto,
alla presenza delle massime autorità regionali cosa che è avvenuta con mesi di
ritardo e in assenza dell’assessore regionale. Ci siamo opposti alla vendita del
Marino e pretendiamo chiarezza sula costruzione del nuovo ospedale, che è ancora
sulla carta. Altro tema riguarda la terapia intensiva, cardiologica e post operatoria
che è stata attivata soltanto in emergenza per i pazienti Covid-19 ma senza alcun
accreditamento. Per quanto riguarda il Marino come sappiamo la situazione si è
evoluta perché, ad ottobre 2020 sono stati attivati dei posti letto Covid-19, nel
frattempo sulla carta è stato trasferito all’Università ma è ancora incardinato all’Ats
in attesa di una futuribile convenzione fra Regione e AOU che ne definisca
l’eventuale passaggio. Anche qui siamo rimasti spiazzati, perché non c’è stato il
coinvolgimento in queste scelte importanti di nessuno, né dei cittadini né del
Consiglio comunale. In un colpo solo, e fuori dalla programmazione, sono stati
cancellati 28 posti letto di ortopedia-traumatologia, 17 posti letto di recupero e
riabilitazione funzionale e 2 posti letto di oculistica. Chiediamo certezze ma non
abbiamo risposte e siamo preoccupati perché su questi temi il sindaco ha
completamente abdicato al suo ruolo.»
Si sta battendo molto, insieme al suo collega Pietro Sartore, sulle sorti della
piscina comunale coperta. A oggi cosa è stato fatto e cosa c’è ancora da fare.
«La piscina comunale coperta è un progetto che questa città ha sognato per tanto
tempo. Con l’amministrazione Bruno, attraverso i fondi Jessica, sono state reperite
importanti risorse per oltre 2 milioni di euro. C’era una progettazione già esistente e,
sulla base di quella, è stato poi fatto il bando e avviati i lavori. Questi ultimi hanno
avuto delle problematiche che la precedente amministrazione ha sempre reso note.
Abbiamo portato avanti gli interventi, nonostante le grandi difficoltà e i ritardi, fino
ad arrivare al cambio dell’amministrazione. Una delle prime commissioni consiliari
di dell’amministrazione Conoci è stata fatta proprio nel cantiere della piscina
comunale coperta e in quell’occasione a detta di tutti, mancava veramente poco alla
fine dei lavori. Ora poi cosa sia successo non lo so, nel senso che a quanto ci è stato
riferito dall’amministrazione la situazione è precipitata perché la ditta ha iniziato a
tirare i remi in barca e a non proseguire nelle opere. A giugno 2020 abbiamo
denunciato la situazione di fermo dei lavori ma anche in quell’occasione non
otteniamo che risposte ironiche e la causa del blocco viene attribuita alla pandemia.
Invece abbiamo avuto ragione: pochi mesi dopo è arrivata la rescissione del
contratto. Ci sarà un contenzioso e al momento non sappiamo quando le opere
potranno essere completate. Ciò che ci ha lasciato sgomenti è che anche gli
interventi nella vasca scoperta non possono essere eseguiti perché a causa della
rescissione del contratto non si può accedere all’area del cantiere.»
Mercoledì scorso cinque consiglieri di maggioranza (3 di Forza Italia e 2 del
Gruppo Misto), oltre a voi dell’opposizione, hanno abbandonato i lavori del
consiglio comunale. Possiamo parlare di crisi dell’amministrazione Conoci?
«Sì, possiamo parlare di crisi. È una crisi che va avanti ormai da molti mesi a questa
parte, se vogliamo dall’inizio della consiliatura con l’implosione di alcuni gruppi e le
frizioni dovute alle scelte nella composizione della Giunta. Vincere le elezioni è un
conto, governare è altra cosa.
Da una parte ci sono, dunque, dei problemi interni alla maggioranza ma che sono
ormai palesi e ora la crisi che è entrata in consiglio comunale, ma è percepita in
città da diverso tempo. Questa amministrazione ha vinto le elezioni con un grande
distacco. La coalizione che ha sostenuto il sindaco, lo ha preso per mano e lo ha
condotto alla vittoria, questo lo dicono i numeri poiché come sappiamo la coalizione
ha preso più voti del sindaco. Nonostante questo all’indomani della vittoria Conoci
ha voltato le spalle al suo partito e poi a vari pezzi della coalizione, di fatto
consumando degli strappi. Tutto questo ha creato, inevitabilmente delle difficoltà in
seno alla maggioranza che sono state tenute sempre sopite perché la tecnica del
sindaco è quella di minimizzare e non affrontare i problemi. Ma adesso la crisi gli è
esplosa in mano anche a causa di questo immobilismo oltre alla ormai palese
incapacità ad attuare il programma e di focalizzare chiaramente gli obiettivi
dell’azione amministrativa. Il consiglio comunale di mercoledì è arrivato dopo un
mese e mezzo ed esclusivamente per un atto obbligatorio: la surroga dei consiglieri
del Movimento Cinque Stelle che, per regolamento, deve essere fatta entro 10 giorni
dalle dimissioni. C’è una crisi della maggioranza che, mi auguro per loro, riescano a
risolvere, ma c’è una crisi in città perché i cittadini vogliono risposte, il tessuto
produttivo vuole risposte, il comparto turistico vuole risposte e la crisi acuisce questa
insofferenza tra la popolazione. È una crisi politica ma, per me, è una crisi di idee,
progettualità e capacità amministrativa che c’è dal primo giorno e che ora si sta
palesando.
Viviamo una crisi senza precedenti e la città ha bisogno di una guida forte e
autorevole, se il sindaco non ritiene di poter garantire questo, dovrà necessariamente
prenderne atto. Alghero merita di più.»
Antonio Caria