Per la nostra rubrica “A colloquio con…”, abbiamo posto alcune domande al consigliere regionale del Partito democratico e sindaco di Baunei, Salvatore Corrias.
Un suo bilancio dell’operato della Giunta Solinas.
«La Giunta Solinas si è insediata due anni fa e i sardi, purtroppo, nonostante le roboanti promesse elettorali, non se ne sono ancora accorti. Ad oggi, infatti, la nostra isola continua a vivere una situazione di cronica sofferenza, senza che si vedano spiragli di soluzione alle grandi vertenze del lavoro, dei trasporti e della sanità. Cresce il tasso di disoccupazione, proporzionale al tasso di dispersione scolastica, con i giovani che vanno via e non tornano più. La situazione dei trasporti, interni, aerei e marittimi, è tale per cui non si riesce (quando si riesce) a far altro che a gestire l’ordinario. Tutto avviene all’insegna di un approccio sommario e superficiale, privo di una visione nitida della Sardegna del prossimo futuro. E dire che, oggi, il Recovery Plan è per noi una grande, irripetibile opportunità, da realizzarsi sui grandi temi dell’ecologia, della tecnologia digitale, delle infrastrutture e della coesione territoriale. Confido che questa Giunta possa far bene, e non sia preda degli interessi contingenti. Noi siamo pronti a dare il nostro contributo.»
«La Giunta Solinas si è insediata due anni fa e i sardi, purtroppo, nonostante le roboanti promesse elettorali, non se ne sono ancora accorti. Ad oggi, infatti, la nostra isola continua a vivere una situazione di cronica sofferenza, senza che si vedano spiragli di soluzione alle grandi vertenze del lavoro, dei trasporti e della sanità. Cresce il tasso di disoccupazione, proporzionale al tasso di dispersione scolastica, con i giovani che vanno via e non tornano più. La situazione dei trasporti, interni, aerei e marittimi, è tale per cui non si riesce (quando si riesce) a far altro che a gestire l’ordinario. Tutto avviene all’insegna di un approccio sommario e superficiale, privo di una visione nitida della Sardegna del prossimo futuro. E dire che, oggi, il Recovery Plan è per noi una grande, irripetibile opportunità, da realizzarsi sui grandi temi dell’ecologia, della tecnologia digitale, delle infrastrutture e della coesione territoriale. Confido che questa Giunta possa far bene, e non sia preda degli interessi contingenti. Noi siamo pronti a dare il nostro contributo.»
La pandemia da Coronavirus non ha risparmiato la Sardegna: secondo lei ci sono state delle carenze dal punto di vista gestionale oppure è stato fatto tutto ciò che si poteva fare?
«Il virus sta portando morte e sofferenza, scoprendoci tutti più vulnerabili, senza distinzione di rango e di luogo. Eppure, il fatto di essere un’isola, una volta tanto, costituisce un grande vantaggio, del quale non abbiamo saputo approfittare per tempo, a partire dall’estate scorsa, prima della seconda ondata, quando la Giunta ha pensato bene di aprire le discoteche e di declinare ogni responsabilità sulle prevedibili conseguenze. Allora, già allora, potevamo diventare zona bianca, se solo ci fosse stata una gestione più oculata, la stessa che avremmo voluto nell’organizzazione degli screening sulla prevenzione e, oggi, sulla vaccinazione, che non avrebbe raggiunto alcun risultato se non ci fosse stata la collaborazione, nei territori, delle amministrazioni locali: su questo, e non solo, va reso ai sindaci un grande plauso. La Giunta poteva e può, senz’altro, fare meglio e di più.»
«Il virus sta portando morte e sofferenza, scoprendoci tutti più vulnerabili, senza distinzione di rango e di luogo. Eppure, il fatto di essere un’isola, una volta tanto, costituisce un grande vantaggio, del quale non abbiamo saputo approfittare per tempo, a partire dall’estate scorsa, prima della seconda ondata, quando la Giunta ha pensato bene di aprire le discoteche e di declinare ogni responsabilità sulle prevedibili conseguenze. Allora, già allora, potevamo diventare zona bianca, se solo ci fosse stata una gestione più oculata, la stessa che avremmo voluto nell’organizzazione degli screening sulla prevenzione e, oggi, sulla vaccinazione, che non avrebbe raggiunto alcun risultato se non ci fosse stata la collaborazione, nei territori, delle amministrazioni locali: su questo, e non solo, va reso ai sindaci un grande plauso. La Giunta poteva e può, senz’altro, fare meglio e di più.»
Lei si è battuto molto per l’ospedale di Lanusei: situazione risolta oppure no?
«Chi sta sul fronte non deve mollare mai. Noi ci stiamo tutti i giorni, sul fronte, a difesa del diritto essenziale alla salute, ma ci stiamo con animo di pace, non con intenti di belligeranza. Mi spiego. Il fronte della sanità territoriale e della gestione dei presìdi ospedalieri più deboli è sempre stato luogo di battaglia politica, fatta di vessilli e di alzate di scudi, tanto da prestarsi alle più becere contese elettorali. Questo a me non interessa e nemmeno ai cittadini che hanno bisogno tanto di cure quanto di certezze. Mi interessa e mi sta a cuore, piuttosto, il fatto che i reparti ospedalieri funzionino e vengano preservati, nonostante la carenza cronica degli organici, ai quali – si pensi ad Anestesia, ad Ortopedia, ad Oncologia, per citarne alcuni – bisogna sempre ovviare con soluzioni temporanee, garantite dalla sola abnegazione dei nostri medici. Occorre, invece, che ci siano più certezze, necessarie a garantire la giusta assistenza ai pazienti della mia terra, che è terra di longevità, e in quanto tale sempre più bisognosa di un servizio sanitario solido e strutturato, necessario dentro e fuori il presidio, a Tortolì come a Seui, a Lanusei come ad Ussassai. Solo allora, solo a queste condizioni, la vertenza sulla sanità ogliastrina sarà definitivamente risolta.»
«Chi sta sul fronte non deve mollare mai. Noi ci stiamo tutti i giorni, sul fronte, a difesa del diritto essenziale alla salute, ma ci stiamo con animo di pace, non con intenti di belligeranza. Mi spiego. Il fronte della sanità territoriale e della gestione dei presìdi ospedalieri più deboli è sempre stato luogo di battaglia politica, fatta di vessilli e di alzate di scudi, tanto da prestarsi alle più becere contese elettorali. Questo a me non interessa e nemmeno ai cittadini che hanno bisogno tanto di cure quanto di certezze. Mi interessa e mi sta a cuore, piuttosto, il fatto che i reparti ospedalieri funzionino e vengano preservati, nonostante la carenza cronica degli organici, ai quali – si pensi ad Anestesia, ad Ortopedia, ad Oncologia, per citarne alcuni – bisogna sempre ovviare con soluzioni temporanee, garantite dalla sola abnegazione dei nostri medici. Occorre, invece, che ci siano più certezze, necessarie a garantire la giusta assistenza ai pazienti della mia terra, che è terra di longevità, e in quanto tale sempre più bisognosa di un servizio sanitario solido e strutturato, necessario dentro e fuori il presidio, a Tortolì come a Seui, a Lanusei come ad Ussassai. Solo allora, solo a queste condizioni, la vertenza sulla sanità ogliastrina sarà definitivamente risolta.»
Lei è anche primo cittadino di uno dei centri turistici più importanti dell’isola: Baunei. Punterete ad una nuova bandiera blu?
«Sì, io ho l’onore di essere sindaco di Baunei da dieci anni. Un paese che è cresciuto molto, in questo decennio, in tutti i sensi, per merito nostro e della comunità che ha creduto in noi. Una politica di governo del territorio adeguata ai tempi e alle attese ci ha consentito di raggiungere importanti risultati, su più versanti, gestionale, urbanistico, ambientale, sociale e culturale. Le Cinque Vele di Legambiente e la Bandiera Blu sono i vessilli che rendono riconoscibile la qualità della nostra azione politica in materia di tutela ambientale e di valorizzazione dei beni naturali e paesaggistici, quelli che rendono unici e irripetibili il nostro Supramonte ed il nostro mare, che proprio Legambiente ha riconosciuto come il più bello d’Italia, un grande vanto per noi e per la Sardegna intera, che ora stiamo rappresentando nella grande competizione nazionale dei Borghi più belli d’Italia. Puntiamo, senza tema di presunzione, a diventare tali, e con la stessa determinazione avremo ancora, quest’anno, le Cinque Vele e la Bandiera Blu. Ad onore dell’Ogliastra e della Sardegna e, senz’altro, di Baunei.»
«Sì, io ho l’onore di essere sindaco di Baunei da dieci anni. Un paese che è cresciuto molto, in questo decennio, in tutti i sensi, per merito nostro e della comunità che ha creduto in noi. Una politica di governo del territorio adeguata ai tempi e alle attese ci ha consentito di raggiungere importanti risultati, su più versanti, gestionale, urbanistico, ambientale, sociale e culturale. Le Cinque Vele di Legambiente e la Bandiera Blu sono i vessilli che rendono riconoscibile la qualità della nostra azione politica in materia di tutela ambientale e di valorizzazione dei beni naturali e paesaggistici, quelli che rendono unici e irripetibili il nostro Supramonte ed il nostro mare, che proprio Legambiente ha riconosciuto come il più bello d’Italia, un grande vanto per noi e per la Sardegna intera, che ora stiamo rappresentando nella grande competizione nazionale dei Borghi più belli d’Italia. Puntiamo, senza tema di presunzione, a diventare tali, e con la stessa determinazione avremo ancora, quest’anno, le Cinque Vele e la Bandiera Blu. Ad onore dell’Ogliastra e della Sardegna e, senz’altro, di Baunei.»
Le sue prossime iniziative.
«È in corso, in questi giorni, in Aula, il dibattito sulla Riforma dell’assetto territoriale della Regione, e in questo contesto sta prendendo consistenza anche una mia iniziativa legislativa, intrapresa l’11 giugno del 2019, quando depositai la mia Proposta di Legge di istituzione della nuova provincia dell’Ogliastra. Questa iniziativa nasce dalla necessità di assegnare all’Ogliastra quel crisma istituzionale che a mio avviso (e non solo mio, ma di tutti i sindaci e di larga parte della società civile) le spetta, per ragioni di ordine giuridico, economico, sociale, e per tutti quei motivi per i quali, a volerli illustrare e argomentare adeguatamente, occorrerebbero altri spazi. Basti, qui, ribadire l’importanza di una scelta di questo tipo, che ritengo fondamentale per il mio territorio. Ora, tra le altre cose, all’attenzione del Consiglio ci sarà anche il DL 107, sulla riorganizzazione della Presidenza della Regione (e dintorni), disegno di lLegge del quale sarò relatore di minoranza, occasione utile a segnalare la necessità di far funzionare meglio il sistema Regione, nell’interesse esclusivo dei cittadini sardi, che noi abbiamo il dovere di rappresentare in maniera adeguata, in tutte le iniziative di cui, da legislatori, ci facciamo promotori. Oggi e domani.»
«È in corso, in questi giorni, in Aula, il dibattito sulla Riforma dell’assetto territoriale della Regione, e in questo contesto sta prendendo consistenza anche una mia iniziativa legislativa, intrapresa l’11 giugno del 2019, quando depositai la mia Proposta di Legge di istituzione della nuova provincia dell’Ogliastra. Questa iniziativa nasce dalla necessità di assegnare all’Ogliastra quel crisma istituzionale che a mio avviso (e non solo mio, ma di tutti i sindaci e di larga parte della società civile) le spetta, per ragioni di ordine giuridico, economico, sociale, e per tutti quei motivi per i quali, a volerli illustrare e argomentare adeguatamente, occorrerebbero altri spazi. Basti, qui, ribadire l’importanza di una scelta di questo tipo, che ritengo fondamentale per il mio territorio. Ora, tra le altre cose, all’attenzione del Consiglio ci sarà anche il DL 107, sulla riorganizzazione della Presidenza della Regione (e dintorni), disegno di lLegge del quale sarò relatore di minoranza, occasione utile a segnalare la necessità di far funzionare meglio il sistema Regione, nell’interesse esclusivo dei cittadini sardi, che noi abbiamo il dovere di rappresentare in maniera adeguata, in tutte le iniziative di cui, da legislatori, ci facciamo promotori. Oggi e domani.»
Antonio Caria