Oggi si è tenuto il “web-pressing” parlamentare organizzato dalle 50 associazioni non profit dell’appello pro-paritarie (Comitato Polis pro persona), da ricostruire e dal Forum delle associazioni familiari. Il webinar è nato da una serie di documenti sulla scuola pubblicati durante l’emergenza Covid-19 e realizzati dalle associazioni Agorà per la parità, dal Centro Studi Livatino, da ricostruire, dal Family day e grazie all’appello delle 50 associazioni non profit per le scuole paritarie.
Un’iniziativa molto apprezzata del mondo associativo cattolico, che dimostra di saper dialogare con successo con piattaforme laiche, partita spontaneamente dopo l’SOS lanciato dal settore scolastico: con l’attuale crisi e con l’esiguità delle risorse stanziate dal Decreto Rilancio, il 30% delle scuole paritarie potrebbe non riaprire a settembre. Il tam tam è stato “virale”, con oltre 2.500 iscritti al webinar e migliaia collegati in piattaforme facebook attrezzate per far fronte alla domanda di partecipazione.
L’impegno condiviso è stato quello di non discriminare le scuole pubbliche paritarie, perché preservare il baluardo del pluralismo scolastico in Italia non è tema della maggioranza o dell’opposizione, ma della ‘Res publica’ in quanto tale. La risposta dei gruppi parlamentari è stata davvero straordinaria e, secondo la proposta Gelmini, condivisa da molti leader intervenuti, nei prossimi giorni se ne potrebbe occupare direttamente la conferenza dei capigruppo.
Il presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati in una lettera alle associazioni ha spiegato che «oggi più che mai è necessario dimostrare che scuola statale e scuola paritaria non sono l’una alternativa dell’altra, ma uno strumento unico per un’offerta formativa sempre più ricca».
«Non riesco a capire come, su 55 miliardi messi a disposizione e investiti in termini di spesa sul decreto-legge, non se ne siano trovati 400-500 milioni per garantire la libertà e la parità per i nostri ragazzi», ha invece dichiarato il deputato della Lega Giancarlo Giorgetti.
«Quella per le paritarie è una grande battaglia di libertà, non è solo una questione economica. Parliamo di 12mila scuole, di 160mila persone che ci lavorano e di 1 milione di studenti», ha detto Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei Deputati, intervenendo all’incontro. «Forza Italia, con i colleghi Aprea, Palmieri, Marin e con tutti i membri della Commissione Cultura di Montecitorio, ha presentato emendamenti per un fondo straordinario per le paritarie da 500 milioni, per prevedere la detraibilità delle rette scolastiche, per più fondi agli alunni disabili delle paritarie», ha concluso.
Per Maria Elena Boschi, capogruppo di IV alla Camera dei Deputati, «l’impegno di Italia Viva è convinto da sempre sulle scuole paritarie e si è tradotto in emendamenti sottoscritti anche con le opposizioni. Chiediamo che sia destinata alle paritarie anche una parte importante degli 800 milioni che sono nella diretta disponibilità dei gruppi parlamentari».
Per Stefano Lepri, delegato di Graziano Del Rio (Pd), la questione paritarie non va affrontata in una logica maggioranza/opposizione e le proposte del mondo associativo devono essere considerate dal Parlamento in quanto tale.
«Il settore delle paritarie è fondamentale per il nostro sistema di istruzione – ha affermato la viceministra dell’Istruzione Anna Ascani – ed includeremo i rappresentanti delle scuole paritarie nei tavoli regionali che verranno attivati nei prossimi giorni. Bisogna sostenere le paritarie per riavviare in piena sicurezza e in presenza l’anno scolastico che ci aspetta. Il sostegno a queste realtà è doveroso per garantire il diritto all’istruzione.»
Per la vicepresidente della Commissione Istruzione della Camera, Paola Frassinetti (Fratelli d’Italia), occorre «combattere a difesa della libertà educativa e scongiurare in ogni modo che le scuole paritarie possano chiudere. Fratelli d’Italia ha presentato numerosi emendamenti, prima al decreto Cura Italia e poi al decreto Scuola, a difesa di questo comparto ma sono stati tutti bocciati. Li abbiamo ripresentati al decreto Rilancio». Ma anche Stefano Fassina (LEU) ha auspicato che il Parlamento si ponga in una prospettiva di riparazione dei danni subiti, senza frapporre ulteriori condizioni.
Piero Fassino (Pd) ha coraggiosamente proposto di «raddoppiare gli stanziamenti attuali e allargare la cassa integrazione fino ad agosto per tutti gli insegnanti delle scuole paritarie», ribadendo la necessità di «garantire il pluralismo educativo, anche attraverso la giusta immissione di risorse», mentre Tiziana Drago (5Stelle) ha suggerito di utilizzare con maggiore decisione lo strumento del credito d’imposta.
Per una volta la libertà di educazione – ben sintetizzata dall’intervento della senatrice Udc Paola Binetti – è sembrata un “diritto” capace di mobilitare società civile e politica all’unisono.
«Tutti i rappresentanti politici hanno preso l’impegno di uno stanziamento molto più importante nel decreto Rilancio per le scuole pubbliche paritarie. Si è puntato ad ottenere almeno 300 milioni per le paritarie dell’infanzia e almeno il credito di imposta per le rette per le paritarie del ciclo primario e secondario, oltre che un incremento significativo dei relativi fondi stanziato in decreto Rilancio, che non può certo disporre misure sanitarie per contenere il contagio fra gli studenti solo se frequentano scuole statali»., ha spiegato Domenico Menorello, fra i promotori dell’iniziativa.
All’incontro hanno preso parte anche Luigi Morgano (FISM – Agorà per la parità), suor Monia Alfieri (USMI), Stefano Parisi (RICOSTRUIRE), Gigi De Palo (Forum Famiglie), Alfredo Mantovano (Centro Studi Livatino), Massimo Gandolfini (Family Day).
Giovedì 18 giugno, alle ore 14,30, intanto, alcune associazioni hanno “lanciato” un flash mob in piazza Montecitorio.