5 milioni di ettari di territorio, di cui 4mila mila chilometri in Sardegna dove sono interessati 160 comuni. Sono queste le cifre degli usi civici costituiscono importanti risorse ambientali ed economiche per i comuni. Per superare ostacoli e criticità, il deputato sardo del Movimento Cinque Stelle, Alberto Manca, ha presentato una proposta di legge.
«Ciò – spiega Alberto Manca – nasce in seguito ad un confronto con i sindaci e con le associazioni ed i portatori di interesse, si tratta di un intervento legislativo che intende risolvere alcune criticità presenti nella legge sugli usi civici a cui le amministrazioni dovevano far riferimento fino ad oggi. Molti amministratori locali, infatti, hanno mosso diverse preoccupazioni su molteplici nuove lottizzazioni, che sorgono in aree gravate dagli usi civici. Queste aree sono irrimediabilmente compromesse, al momento non si garantisce al cittadino il totale usufrutto dell’uso civico, con la modifica che la mia proposta di legge intende apportare, si andrebbero a risolvere situazioni oggi bloccate in 160 paesi della Sardegna.»
«La modifica alla legge 20 novembre 2017, n. 168 – spiega Alberto Manca – ha l’obiettivo di intervenire nei casi in cui vi sono terreni gravati da usi civici ormai irrimediabilmente compromessi, sia per una naturale trasformazione del territorio tale da compromettere il godimento da parte della collettività, sia a causa dell’alterazione del fondo, anche per fatti illeciti che hanno compromesso irrimediabilmente il godimento dell’uso stesso, ad esempio l’edificazione di strutture che di fatto hanno definitivamente alterato l’uso della proprietà collettiva.»
«Con tale proposta normativa – ha concluso Alberto Manca -, il procedimento di trasferimento e permuta dei terreni gravati da uso civico con la conseguente sclassificazione e sdemanializzazione dei terreni il cui godimento dell’uso è compromesso, va oltre la semplice promozione dell’iter amministrativo da parte delle Regioni, ma individua gli ambiti di competenza ripartiti tra le Regioni e lo Stato, all’interno del procedimento. Infatti le Regioni (tutte) e le Province autonome in base al comma 9 potranno autorizzare secondo la propria autonomia legislativa tutti i processi tesi al trasferimento o alla permuta degli usi collettivi e quindi della sdemanializzazione dei terreni su cui ormai il godimento degli usi civici è irreversibilmente compromesso, prevedendo in armonia con il dettato costituzionale l’intervento vincolante del Ministero per i Beni e Attività Culturali che, sentito il ministero dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare in merito ai vincoli paesaggistici e alla valutazione di congruità rispetto allo spostamento dei detti vincoli e usi civici su altri terreni che siano in grado di tutelare gli interessi collettivi di cui i predetti sono portatori.»
«Ciò – spiega Alberto Manca – nasce in seguito ad un confronto con i sindaci e con le associazioni ed i portatori di interesse, si tratta di un intervento legislativo che intende risolvere alcune criticità presenti nella legge sugli usi civici a cui le amministrazioni dovevano far riferimento fino ad oggi. Molti amministratori locali, infatti, hanno mosso diverse preoccupazioni su molteplici nuove lottizzazioni, che sorgono in aree gravate dagli usi civici. Queste aree sono irrimediabilmente compromesse, al momento non si garantisce al cittadino il totale usufrutto dell’uso civico, con la modifica che la mia proposta di legge intende apportare, si andrebbero a risolvere situazioni oggi bloccate in 160 paesi della Sardegna.»
«La modifica alla legge 20 novembre 2017, n. 168 – spiega Alberto Manca – ha l’obiettivo di intervenire nei casi in cui vi sono terreni gravati da usi civici ormai irrimediabilmente compromessi, sia per una naturale trasformazione del territorio tale da compromettere il godimento da parte della collettività, sia a causa dell’alterazione del fondo, anche per fatti illeciti che hanno compromesso irrimediabilmente il godimento dell’uso stesso, ad esempio l’edificazione di strutture che di fatto hanno definitivamente alterato l’uso della proprietà collettiva.»
«Con tale proposta normativa – ha concluso Alberto Manca -, il procedimento di trasferimento e permuta dei terreni gravati da uso civico con la conseguente sclassificazione e sdemanializzazione dei terreni il cui godimento dell’uso è compromesso, va oltre la semplice promozione dell’iter amministrativo da parte delle Regioni, ma individua gli ambiti di competenza ripartiti tra le Regioni e lo Stato, all’interno del procedimento. Infatti le Regioni (tutte) e le Province autonome in base al comma 9 potranno autorizzare secondo la propria autonomia legislativa tutti i processi tesi al trasferimento o alla permuta degli usi collettivi e quindi della sdemanializzazione dei terreni su cui ormai il godimento degli usi civici è irreversibilmente compromesso, prevedendo in armonia con il dettato costituzionale l’intervento vincolante del Ministero per i Beni e Attività Culturali che, sentito il ministero dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare in merito ai vincoli paesaggistici e alla valutazione di congruità rispetto allo spostamento dei detti vincoli e usi civici su altri terreni che siano in grado di tutelare gli interessi collettivi di cui i predetti sono portatori.»
Antonio Caria