«In Sardegna non è stato ancora nominato il Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza.»
A dirlo sono Antonio Piu, consigliere regionale dei Progressisti, e Anna Cherchi, componente della Commissione regionale Pari Opportunità.
«Il Garante – sottolinea ancora Antonio Piu – sicuramente non è la soluzione assoluta a tutte le problematiche legate a questa delicata fase dello sviluppo, ma proprio in funzione delle sua terzietà ed indipendenza nel “garantire”, “promuovere”, “verificare”, “diffondere” e “favorire” la cultura della mediazione, il monitoraggio sul sistema di tutela, le campagne di sensibilizzazione e comunicazione e le osservazioni e le proposte sull’individuazione dei diversi livelli essenziali e supporto del minore, può certamente risultare, ora più che mai, uno strumento indispensabile e necessario.»
«Non voglio credere che a tutt’oggi il governo regionale non abbia ancora nominato la figura del Garante dell’infanzia e dell’adolescenza – aggiunge Anna Cherchi -: sicuramente una dimenticanza non voluta, perché ancora una volta imputabile allo stato emergenziale-pandemico che tutto il mondo vive oramai da circa un anno e mezzo. Ma tale dimenticanza, associata proprio all’attuale situazione, sta rendendo il minore ancora più indifeso e vittima, discriminandolo sotto l’aspetto sociale, politico, economico, educativo, culturale e privandolo, ogni giorno in più che passa, di una sana e concreta prospettiva futura. Un ascolto finalizzato a intercettare le richieste, spesso vere e proprie “grida di aiuto” verso i bisogni dei ragazzi. Deve impegnarsi a tradurli in diritti ed individuare le modalità per renderli esigibili e portarli all’attenzione delle istituzioni. I veri dimenticati della pandemia sono i giovani – concludono Anna Cherchi e Antonio Piu – non perdiamo altro tempo, ci sono in gioco il futuro e la sopravvivenza della nostra società.»
«Il Garante – sottolinea ancora Antonio Piu – sicuramente non è la soluzione assoluta a tutte le problematiche legate a questa delicata fase dello sviluppo, ma proprio in funzione delle sua terzietà ed indipendenza nel “garantire”, “promuovere”, “verificare”, “diffondere” e “favorire” la cultura della mediazione, il monitoraggio sul sistema di tutela, le campagne di sensibilizzazione e comunicazione e le osservazioni e le proposte sull’individuazione dei diversi livelli essenziali e supporto del minore, può certamente risultare, ora più che mai, uno strumento indispensabile e necessario.»
«Non voglio credere che a tutt’oggi il governo regionale non abbia ancora nominato la figura del Garante dell’infanzia e dell’adolescenza – aggiunge Anna Cherchi -: sicuramente una dimenticanza non voluta, perché ancora una volta imputabile allo stato emergenziale-pandemico che tutto il mondo vive oramai da circa un anno e mezzo. Ma tale dimenticanza, associata proprio all’attuale situazione, sta rendendo il minore ancora più indifeso e vittima, discriminandolo sotto l’aspetto sociale, politico, economico, educativo, culturale e privandolo, ogni giorno in più che passa, di una sana e concreta prospettiva futura. Un ascolto finalizzato a intercettare le richieste, spesso vere e proprie “grida di aiuto” verso i bisogni dei ragazzi. Deve impegnarsi a tradurli in diritti ed individuare le modalità per renderli esigibili e portarli all’attenzione delle istituzioni. I veri dimenticati della pandemia sono i giovani – concludono Anna Cherchi e Antonio Piu – non perdiamo altro tempo, ci sono in gioco il futuro e la sopravvivenza della nostra società.»
Antonio Caria