L’arte moderna, in modo semplificativo, è collocata temporalmente tra la fine del XIX secolo e l’arte sviluppata fino agli anni Sessanta del XX secolo; conseguentemente tutta l’arte “classificabile” contemporanea è la successiva creatività fino ai giorni nostri.
E in un sontuoso percorso, di unicità d’arte moderna e contemporanea, si è sviluppata la mostra curata dal veneziano Davide Bisato, moglie sarda di Furtei e residente nel capoluogo isolano da oltre un decennio, e tenutasi nell’avanguardista Nova Karel Gallery di viale Trieste, a Cagliari.
La collezione personale-privata di opere italiane ed internazionali – mai proposte prima dal critico veneto e curatore dell’evento – sono state presentate nel segno di condivisione col percorso sardo contemporaneo di Mario Biancacci, Dolores Mancosu, Augusto Mola e Valeria Murtas. La collezione di Davide Bisato, di riconosciuta fama critica e di significativa quotazione, spazia l’universo del moderno e della contemporaneità, con una miscellanea di nomi tra i più rappresentativi sulla scena: Osvaldo Licini (olio su tavola), Robert Indiana (pop art), Franco Urpi (olio su tela), Roberto Masia (olio su tela), Elisabetta Rogai ( olio e vino su tela), Antonio Sgarbossa (olio su tavola), Domenico Chiaudrero (olio su tela), Maria Murgia (olio su tela), Eric Dennis Waugh (optical art), Anita Peko (collage su tela).
L’arte visiva contemporanea ha i tratti della conflittualità del Novecento artistico, tra realismo e astrattismo di ricerca concettuale, e percorre sentieri di pienezza creativa con segni originali di fondamento estetico ed universalità attinta da quella “solarità” (caratteristica anche di generazioni artistiche sarde contemporanee) che dona luce e splendore a tante opere del nostro tempo. La solarità esprime una poetica di contenuti, favorisce una espressività lirica che esalta e privilegia lo splendore simbolico e immaginifico dell’arte contemporanea. L’arte attuale dona e mostra una complessa idea concettuale dell’estetica, ma certamente arricchisce ed evidenzia il legame di continuità, tra passato e presente, come frutto generativo di pensiero artistico e filosofico esistenziale. Il cosiddetto “sistema dell’arte contemporanea” offre un pluralismo estetico e creativo di tematiche che sono frutto dei linguaggi del nostro tempo: perfomativi e multimediali.
In occasione del finissage dell’evento espositivo cagliaritano, abbiamo dialogato con Davide Bisato di arte moderna e contemporanea; dichiaratamente “grande amante della pittura moderna” e dei vari linguaggi universali che diventano icone in un contesto di quotidianità. Custodisce una profonda conoscenza, e personali aneddoti, di artisti americani e italiani come Tino Stefanoni, Manzoni, Burri e Fontana, a cui, oltre la ideale concettualità di valenza artistica, riconosce la grande umanità e generosa sensibilità “verso la valorizzazione artistica dei giovani”.
L’arte moderna è una sfida ai principi classici e alle tradizioni legittimate dalle accademie?
«L’Accademia è più didascalica e da meno spazio interpretativo, naturalmente ferrea nelle regole tematiche e nell’anatomia figurativa, mentre l’arte moderna ha una sua espressione anarchica. È ancor più anarchica quella contemporanea che gioca sulla strumentalizzazione della provocazione e non sempre si evolve in vera Arte.»
Come si percepisce la contemporaneità artistica e creativa in Sardegna?
«La creatività è viva presenza e denota un legame con il territorio, significato dall’isolamento e dall’essere Isola; non sempre attingere e perseguire la tradizione si dimostra equazione di crescita. Spero che, grazie a questo evento ed in altri futuri, si riesca a seminare nuovi elementi innovativi e proiettare, come merita, la Sardegna all’esterno per superare una certa ‘claustofobia locale’ , condizionante l’armoniosità e libertà creativa.»
Gli artisti sardi si caratterizzano per una loro specificità e identità…
«Sì, troppo vincolati e legati al territorio per cui tanti validi artisti di grandi potenzialità non riescono ad imporsi ed emergere all’esterno; mentre si dimostra un vantaggio a chi sceglie di operare in limiti territoriali e sviluppare le tematiche locali, di non facile comprensione fuori dall’Isola. La Sardegna ha bisogno di ossigeno mentale e l’arte, da questo punto di vista, può recitare un ruolo primario. In questa mostra abbiamo proposto stimolanti opere e dato visibilità a pop art, astrattismo, futurismo, iperrealismo moderno, impressionismo, opere con materiali alternativi, optical art cinetica, fusionismo, décollage. Offerto un orizzonte e viaggio artistico d’ampio spettro ed arricchimento.»
Personalmente ho profondi dubbi che gli artisti sardi possano dialogare col mondo senza il determinante e vitale substrato di radice identitaria e di Sardegna!
Apprezzato, a conclusione del finissage, l’intermezzo musicale della giovane pianista e modella fotografica Ludovica Pisano di Villamassargia.
Cristoforo Puddu