«Con l’ultimo DPCM, datato 11 giugno, il governo nazionale ha creato un vero e proprio pasticcio. L’ultimo decreto di Conte ha esteso la possibilità di aprire gli asili nido con il servizio ludico ricreativo per la fascia di età 0-3 anni di educazione non formale. Formalmente ha dato la possibilità di aprire le strutture come centri estivi, ma c’è ben poco da festeggiare per gli operatori. Se a prima vista la decisione di Conte può apparire come il via per la ripartenza, nella sua applicazione pratica comporta una serie di oneri e costi aggiuntivi che rendono impossibile la riapertura, con enorme danno per famiglie e lavoratori.»
Sono queste le parole dal capogruppo di Fratelli d’Italia Alghero, Christian Mulas, che aggiunge: «Innanzitutto il rapporto numerico educatore/bambino passa da 1 a 10 per bambini di età compresa tra 24 e 36 mesi a un rapporto di 1 a 5 indistintamente da 0 a 5 anni, con un aggravio di non poco conto per quanto riguarda i costi relativi al personale.»
Nel chiedere di evitare che ci siano bambini di serie A e di serie B, Christian Mulas sottolinea come «gli asilo nido sono caratterizzati dall’esenzione fiscale dell’IVA, al fine di andare in contro a tutte le famiglie. I centri estivi invece non godono di simili agevolazioni. Le famiglie si troverebbero a dover pagare il 22% in più. Nel mentre, ed ecco il terzo errore, le aziende dovrebbero far fronte a nuovi costi, dovuti alla contabilità per la gestione temporanea di una attività con un regime fiscale differente. Tutto ciò a peggiorare ulteriormente una situazione economica già critica a causa della chiusura degli asili nido iniziata il 5 marzo.»
«Infine, Conte e il suo Governo – conclude Christian Mulas – hanno commesso l’ennesima discriminazione: il bonus asilo nido sostiene tutte le famiglie, mentre il bonus per l’utilizzo dei centri estivi può essere richiesto solo se lavorano entrambi i genitori. Alcune regioni hanno riaperto gli asili nido: il Veneto per esempio, attraverso ordinanze regionali, ha affrontato questo problema. Altrettanto cercheremo di fare noi: mi farò personalmente portavoce di queste istanze presso l’assessore regionale.»
Sono queste le parole dal capogruppo di Fratelli d’Italia Alghero, Christian Mulas, che aggiunge: «Innanzitutto il rapporto numerico educatore/bambino passa da 1 a 10 per bambini di età compresa tra 24 e 36 mesi a un rapporto di 1 a 5 indistintamente da 0 a 5 anni, con un aggravio di non poco conto per quanto riguarda i costi relativi al personale.»
Nel chiedere di evitare che ci siano bambini di serie A e di serie B, Christian Mulas sottolinea come «gli asilo nido sono caratterizzati dall’esenzione fiscale dell’IVA, al fine di andare in contro a tutte le famiglie. I centri estivi invece non godono di simili agevolazioni. Le famiglie si troverebbero a dover pagare il 22% in più. Nel mentre, ed ecco il terzo errore, le aziende dovrebbero far fronte a nuovi costi, dovuti alla contabilità per la gestione temporanea di una attività con un regime fiscale differente. Tutto ciò a peggiorare ulteriormente una situazione economica già critica a causa della chiusura degli asili nido iniziata il 5 marzo.»
«Infine, Conte e il suo Governo – conclude Christian Mulas – hanno commesso l’ennesima discriminazione: il bonus asilo nido sostiene tutte le famiglie, mentre il bonus per l’utilizzo dei centri estivi può essere richiesto solo se lavorano entrambi i genitori. Alcune regioni hanno riaperto gli asili nido: il Veneto per esempio, attraverso ordinanze regionali, ha affrontato questo problema. Altrettanto cercheremo di fare noi: mi farò personalmente portavoce di queste istanze presso l’assessore regionale.»
Antonio Caria