«Nel percorso di riprogrammazione delle risorse che giacevano inutilizzate nelle casse dell’assessorato del Lavoro – continua l’esponente della Giunta Todde – ho deciso di destinare una parte di queste ai disoccupati del bacino sanitario, finora esclusi dall’accesso a questo tipo di percorso lavorativo. Le gravi condizioni in cui versa il sistema sanitario della Sardegna sono sicuramente la più grande piaga che abbiamo il dovere di affrontare come emergenza. I nostri ospedali, da anni, a causa di interventi scellerati e scarsa programmazione sono diventati scatole vuote, in cui i medici, gli infermieri e gli operatori sanitari sono costretti a fare i salti mortali per coprire turni di lavoro massacranti e disumani. Davanti a questa montagna di macerie, al disastro che abbiamo trovato al nostro insediamento, ho scelto di contribuire per quanto fosse possibile al mio Assessorato con una misura capace di dare un sostegno immediato alle corsie ospedaliere e allo stesso tempo dare una boccata d’ossigeno al bacino dei disoccupati del sistema sanitario.»
L’annuncio dell’assessora del Lavoro ha acceso forti polemiche sia all’interno sia all’esterno del Consiglio regionale, in particolare tra gli OSS che hanno sostenuto il recente concorso e sono entrati nella graduatoria dalla quale le aziende sanitarie sono chiamate ad attingere per la copertura dei vuoti degli organici. Chiedono perché non stanziare le stesse risorse per consentire alle Asl di assumere dalla graduatoria, anziché attivare cantieri dimenticandosi di chi si è impegnato tanto per superare il concorso.