È partito lo scorso 18 maggio, dopo il via libera dell’Ispra e dell’assessorato regionale della Difesa dell’Ambiente, il nuovo piano di controllo e prelievo dedicato alla Cornacchia grigia nei territori dell’Oristanese per la stagione 2022. Il disco verde per l’avvio delle attività, che si concluderanno a fine settembre, è stato dato dalla Provincia, Ente molto attivo nelle operazioni di formazione dei coadiutori e che negli anni ha mostrato particolare sensibilità alle numerose segnalazioni sui danni alle colture che giungevano dagli agricoltori.
Il contenimento. Alla luce del fatto che la Cornacchia grigia non ha particolari predatori naturali, sono due le modalità di intervento previste dal piano di contenimento: si possono catturare gli uccelli con delle gabbie specifiche, per essere poi depopolati con particolari procedure, oppure si possono abbattere fuori dai nidi con armi da fuoco attraverso l’intervento dei coadiutori contattati dagli agricoltori stessi. Il piano, nato per ridurre i danni alle produzioni agricole, può contare oggi su circa 170 coadiutori, formati e autorizzati a intervenire in collaborazione con le strutture della Provincia che comunicano le attività al Corpo forestale e di Vigilanza ambientale e alla Asl territoriale. I coadiutori potranno operare tutti i giorni, con un massimo di abbattimenti stagionali fissato in 5mila esemplari, e con l’obbligo di registrare gli interventi in appositi moduli. L’utilizzo delle gabbie sarà consentito anche dopo il periodo di contenimento di fine settembre fissato sostanzialmente in contemporanea alla conclusione delle colture agricole in pieno campo. Per le future attività di formazione dei coadiutori, in vista delle prossime stagioni di contenimento, stanno giungendo in questi giorni diverse centinaia di domande che a breve saranno esaminate dagli uffici provinciali competenti.
Confagricoltura Oristano. «Come organizzazione di categoria – ha spiegato il presidente di Confagricoltura Oristano e Sardegna, Paolo Mele – abbiamo sempre sollecitato le istituzioni affinché intervenissero per contenere le popolazioni della Cornacchia grigia, che ogni anno devastano le nostre colture in campo con danni enormi per le aziende agricole. Ad avere forti perdite sono soprattutto le coltivazioni di meloni, angurie, pomodori che una volta beccate dagli uccelli non sono più vendibili sul mercato. Proprio l’area dell’Oristanese – ha proseguito Paolo Mele -, dove si sviluppa una parte importante della produzione agricola e ortofrutticola regionale, è uno dei territori maggiormente colpiti di tutta l’Isola. Nel riconoscere che il piano è partito nei tempi utili, cosa non scontata se si tiene conto di altre criticità in cui si interviene con ritardi inaccettabili come il caso delle cavallette, possiamo solo augurarci che questo sia un primo passo importante in vista delle future attività di contenimento della fauna selvatica, in particolare del cinghiale o di diverse tipologie di uccelli acquatici. Allo stesso tempo sarebbe importante predisporre quanto prima un piano di intervento per il contenimento di specie protette come cervi, daini e mufloni che in numerosi territori della Sardegna stanno invadendo da anni le aree coltivate. Nello specifico, in accordo con i soggetti istituzionali competenti, Confagricoltura manifesta ancora una volta la piena disponibilità a trovare una soluzione anche con la cattura di tali mammiferi da utilizzare per il ripopolamento delle numerose zone protette presenti sull’Isola, e non solo. Come organizzazione di categoria siamo impegnati da sempre affinché i problemi si prevengano. I ristori stanziati dalla Regione per i danni da fauna selvatica sono irrisori e se arrivano, sempre fuori tempo massimo, non coprono mai i danni effettivi che subiscono le imprese agricole», ha concluso Paolo Mele.