Finale con coda polemica, ancora una volta, per le elezioni primarie del PD in Sardegna, per il caso esploso a Quartu Sant’Elena, dove lo spoglio delle schede, complessivamente sono 1.800, è stato bloccato per un presunto inquinamento di elettori del centrodestra, bloccando di fatto la proclamazione del nuovo segretario regionale, con i due candidati, i consiglieri regionali Giuseppe Meloni e Piero Comandini, ancora testa a testa.
Sorprende la sorpresa per quanto è accaduto, riconducibile direttamente al regolamento delle primarie del PD, che all’articolo 7 (diritto e modalità di voto) comma 1, prevede che possono partecipare al voto “tutte le persone che, cittadine e cittadini italiani nonché cittadine e cittadini dell’Unione europea residenti in Italia, cittadine e cittadini di altri Paesi in possesso di permesso di soggiorno, iscritti e non iscritti al Partito democratico, dichiarano di riconoscersi nella proposta politica del Partito, di sostenerlo alle elezioni, e accettino di essere registrate nell’Albo pubblico delle elettrici e degli elettori”.
A livello nazionale Stefano Bonaccini nelle votazioni nei circoli svoltesi dal 3 al 19 febbraio, aveva ottenuto 79.787 voti, il 52,87%, Elly Schlein 52.637, il 34,88%. I restanti voti erano andati agli altri due candidati, Gianni Cuperlo 12.008, il 7,96%, e 6.475 a Paola De Micheli, il 4,29%.
Ieri Elly Schlein s’è imposta con il 53,8%. E’ evidente che sull’esito del voto abbiano inciso i voti dei non tesserati al PD, ma questo è sempre avvenuto e sempre avverrà fino a quando resterà in vigore questo regolamento, discutibile e sempre discusso ma da anni rimasto sempre in vigore senza modifiche.