«Stop all’embargo sull’esportazione delle carni suinicole sarde. Da anni i focolai sono spenti ma il comparto continua a soffrire un isolamento ingiustificato. E’ necessario che l’Unione Europea emetta un provvedimento di eradicazione della malattia. Si dichiari una volta per tutte la fine di questa lunghissima vicenda.»
A dichiararlo è l’europarlamentare del gruppo Greens/EFA Ignazio Corrao che, con un’interrogazione rivolta alla Commissione Europea, pone all’attenzione di Bruxelles il grido di dolore degli allevatori sardi.
«Ancora oggi – spiega Ignazio Corrao – le carni e gli insaccati di maiale non possono essere esportati fuori dall’Isola. Stiamo parlando di circa 14 mila aziende distribuite in 121 Comuni con concentrazioni maggiori della ‘zone rosse’, concentrate fra Barbagia, Ogliastra e Goceano, dove dal 2015 sono stati eliminati 3800 dei 4600 capi totali. Nonostante gli innumerevoli sforzi, nonostante i numeri facciano presagire il completamento dell’eradicazione, la Sardegna al palo in zona 3, ossia quella più penalizzata per il commercio.»
«Le autorità sanitarie – aggiunge Ignazio Corrao – hanno sempre evidenziato che il virus non si trasmette all’uomo e altera le potenzialità gastronomiche in quanto la cottura della carne neutralizza il virus. Da sempre, nonostante la presenza della peste suina, i sardi hanno potuto continuare a gustare le carni suine ed in particolare il porcheddu, che ha una cottura lenta per ore. Non è più possibile penalizzare un comparto che può essere trainante per l’economia della Sardegna – conclude Ignazio Corrao -. Bruxelles accenda un faro su questa incredibile vicenda.»