«Ogni giorno il presidente del Consiglio annuncia una nuova “poderosa” iniziativa di sostegno, alle imprese, ai professionisti, alle famiglie salvo poi scordarsene il giorno dopo. Si sa, la memoria dell’italiano è corta ma, come dicono a Napoli “cà nisciuno è fesso!”.»
Lo scrive, in una nota, Ignazio Messina, segretario nazionale dell’Italia dei Valori
«Rinfreschiamo: era il 5 aprile ed il Governo annunziava prestiti da 25.000 per le piccole imprese e gli esercenti arti e professioni, erogati dalle banche a totale garanzia dello Stato, attraverso un fondo di garanzia finanziato con fondi della Cassa depositi e prestiti. Faceva eco Stefano Patuanelli, ministro dello Sviluppo economico, «prestiti attivi in qualche giorno; nessuna valutazione del merito del credito; non ci sarà alcun costo di istruttoria della pratica! – aggiunge Ignazio Messina -. Al contrario, chi è andato in banca ha saputo che: dopo la presentazione del “solito” modulo, la banca fa una istruttoria, farà pagare per questo e sul prestito si pagheranno pure gli interessi! Non solo, non farà alcuna erogazione fino a quando il fondo di garanzia, gestito dallo Stato, non avrà dato parere favorevole.»
«Oggi è il 5 maggio, è passato un mese e nessuna impresa, nessun esercente arte o professione, ha ricevuto un euro, altro che i 25.000 promessi! – conclude Ignazio Messina -. Presidente Conte, basta annunci giocando sulla buona fede e sul bisogno dei cittadini, dica pubblicamente se e quando i prestiti verranno erogati e renda noti i nomi di quelli che li hanno avuti, annesso che, dopo un mese, qualcuno ci sia.»
«Rinfreschiamo: era il 5 aprile ed il Governo annunziava prestiti da 25.000 per le piccole imprese e gli esercenti arti e professioni, erogati dalle banche a totale garanzia dello Stato, attraverso un fondo di garanzia finanziato con fondi della Cassa depositi e prestiti. Faceva eco Stefano Patuanelli, ministro dello Sviluppo economico, «prestiti attivi in qualche giorno; nessuna valutazione del merito del credito; non ci sarà alcun costo di istruttoria della pratica! – aggiunge Ignazio Messina -. Al contrario, chi è andato in banca ha saputo che: dopo la presentazione del “solito” modulo, la banca fa una istruttoria, farà pagare per questo e sul prestito si pagheranno pure gli interessi! Non solo, non farà alcuna erogazione fino a quando il fondo di garanzia, gestito dallo Stato, non avrà dato parere favorevole.»
«Oggi è il 5 maggio, è passato un mese e nessuna impresa, nessun esercente arte o professione, ha ricevuto un euro, altro che i 25.000 promessi! – conclude Ignazio Messina -. Presidente Conte, basta annunci giocando sulla buona fede e sul bisogno dei cittadini, dica pubblicamente se e quando i prestiti verranno erogati e renda noti i nomi di quelli che li hanno avuti, annesso che, dopo un mese, qualcuno ci sia.»