Riceviamo e pubblichiamo un comunicato che ci è stato inviato dalla segretaria della sezione Antoni Simon Mossa del Partito Sardo d’Azione di Porto Torres, Ilaria Faedda.
«Alla luce di ciò che è stato detto e dichiarato dalla stampa, scopo di questo comunicato è chiarire i particolari su quanto è accaduto nell’ultima riunione del direttivo della Simon Mossa.
Intanto, mi fa specie che a diffondere una notizia sull’operato del direttivo, sia una persona che non fa parte e non partecipa alle riunioni del direttivo stesso da anni in quanto ha comunicato le sue dimissioni e la volontà di confluire in un’altra sezione oltretutto non ancora ufficializzata. Vuol dire che chi gli ha fatto avere le informazioni non ha la capacità di prendersi la responsabilità di ciò che va a riferire. Per quanto concerne il voto di sfiducia questi sono i fatti documentabili. Nelle ultime riunioni del direttivo l’attenzione era rivolta a ricompattare il Partito per consentire a chi aveva abbandonato la Simon Mossa di partecipare a questa delicata fase politica.
A tal fine, avevamo redatto un documento politico contenente i punti cardine della riappacificazione. I punti focali erano: riconoscersi nella linea politica del Segretario Christian Solinas, forte critica all’operato della maggioranza Wheeler, presentarsi alle elezioni con il simbolo dei 4 Mori e creare le condizioni per eleggere un sindaco Sardista. Risultato: rimandato al mittente.
Per tutta risposta, per raggiungere l’unità del Partito, ci vengono poste 3 condizioni: azzeramento delle trattative, condivisione dei programmi e delegazione trattante con le altre forze politiche formata da 3 componenti (uno per ogni sezione, esistente o in fase di costituzione). Dopo lunghi dibattiti il direttivo accoglie le 3 condizioni.
Successivamente vi è stato un incontro tra due delegazioni che hanno dato mandato al segretario Ilaria Faedda di redigere un nuovo documento di unione. Il nuovo documento, molto meno articolato del primo, prevedeva: critica all’operato Wheeler, partecipazione del Partito con il proprio Simbolo, creare le condizioni per avere un sindaco Sardista. Documento che è stato ricevuto dall’altra parte e spogliato di tutti i punti citati e maggiormente caratterizzanti.
Nella riunione di lunedì 27, dopo un acceso dibattito, per il solo fine di raggiungere l’unità del Partito, abbiamo deciso di accogliere le censure imposte ma anche di votare sulla linea politica da tenere nella fase elettorale, enunciata da Christian Solinas nel Consiglio nazionale del 25 luglio.
Su un direttivo composto da 11 persone questo il risultato del voto: passa la linea politica del Segretario Nazionale con 6 astenuti e nessun contrario.
Immediatamente dopo viene chiesto il voto sulla richiesta di dimissioni della Segreteria. Pertanto, non la sfiducia, ma richiesta di dimissioni. Il direttivo vota con 5 favorevoli di cui 1 contrario alle dimissioni del Segretario, 3 contrari e 1 astenuto. Qualcuno è andato via prima del voto.
La cosa da chiarire è che lo statuto non prevede che un direttivo possa sfiduciare un segretario eletto da un Congresso o assemblea di iscritti, come sono stata eletta io alla presenza inoltre del vicesegretario nazionale del partito. L’unico riferimento è all’eventuale sfiducia del segretario nazionale, che viene presa in considerazione se suffragata dai 2/3 degli aventi diritto al voto e sulla base di una mozione contenente la “sfiducia costruttiva”, che prevede l’indicazione del nome di un nuovo Segretario ed il suo programma. Non avendo altri riferimenti, la mia interpretazione è che per sfiduciare un Segretario di sezione, vale la stessa regola per quello Nazionale.
Se qualcuno ritiene di pensarla in maniera diversa, lo Statuto prevede la possibilità di rivolgersi ad organismi superiori. Mai prima di questi ultimi giorni ho ricevuto formale richiesta di convocazione degli iscritti, e visto che allo stato attuale è più urgente chiudere le alleanze e fare la lista, mi farò carico di convocare la base appena le condizioni lo renderanno fattibile, anche per creare quel giusto entusiasmo da trasferire in campagna elettorale. Iscritti che, peraltro, nei miei tre anni di mandato sono stati riuniti più volte, a differenza del passato dove non risultano tracce di verbali o convocazioni.
Vedo, infine, che si fa riferimento a commissariamenti e chi lo fa è colui che da commissario della Federazione di Sassari non è stato in grado di assolvere al mandato conferitogli, lasciando le Sezioni della Provincia allo sbando più totale.
Io, pertanto, sulla linea politica e sulle alleanze, vado avanti secondo il mandato più volte ricevuto dal direttivo e secondo quanto chiesto da Christian Solinas. Alla città non interessano le beghe e le ambizioni, seppur legittime dei singoli, e a me personalmente non interessa tenere in piedi vecchie dinamiche politiche che non danno spazio a chi vuole costruire e portare avanti un progetto reale per la città. Porto Torres ha necessità di un governo composto da persone che abbiano un solo ed unico interesse: lavorare con serietà e dedizione alla sua rinascita.»
Intanto, mi fa specie che a diffondere una notizia sull’operato del direttivo, sia una persona che non fa parte e non partecipa alle riunioni del direttivo stesso da anni in quanto ha comunicato le sue dimissioni e la volontà di confluire in un’altra sezione oltretutto non ancora ufficializzata. Vuol dire che chi gli ha fatto avere le informazioni non ha la capacità di prendersi la responsabilità di ciò che va a riferire. Per quanto concerne il voto di sfiducia questi sono i fatti documentabili. Nelle ultime riunioni del direttivo l’attenzione era rivolta a ricompattare il Partito per consentire a chi aveva abbandonato la Simon Mossa di partecipare a questa delicata fase politica.
A tal fine, avevamo redatto un documento politico contenente i punti cardine della riappacificazione. I punti focali erano: riconoscersi nella linea politica del Segretario Christian Solinas, forte critica all’operato della maggioranza Wheeler, presentarsi alle elezioni con il simbolo dei 4 Mori e creare le condizioni per eleggere un sindaco Sardista. Risultato: rimandato al mittente.
Per tutta risposta, per raggiungere l’unità del Partito, ci vengono poste 3 condizioni: azzeramento delle trattative, condivisione dei programmi e delegazione trattante con le altre forze politiche formata da 3 componenti (uno per ogni sezione, esistente o in fase di costituzione). Dopo lunghi dibattiti il direttivo accoglie le 3 condizioni.
Successivamente vi è stato un incontro tra due delegazioni che hanno dato mandato al segretario Ilaria Faedda di redigere un nuovo documento di unione. Il nuovo documento, molto meno articolato del primo, prevedeva: critica all’operato Wheeler, partecipazione del Partito con il proprio Simbolo, creare le condizioni per avere un sindaco Sardista. Documento che è stato ricevuto dall’altra parte e spogliato di tutti i punti citati e maggiormente caratterizzanti.
Nella riunione di lunedì 27, dopo un acceso dibattito, per il solo fine di raggiungere l’unità del Partito, abbiamo deciso di accogliere le censure imposte ma anche di votare sulla linea politica da tenere nella fase elettorale, enunciata da Christian Solinas nel Consiglio nazionale del 25 luglio.
Su un direttivo composto da 11 persone questo il risultato del voto: passa la linea politica del Segretario Nazionale con 6 astenuti e nessun contrario.
Immediatamente dopo viene chiesto il voto sulla richiesta di dimissioni della Segreteria. Pertanto, non la sfiducia, ma richiesta di dimissioni. Il direttivo vota con 5 favorevoli di cui 1 contrario alle dimissioni del Segretario, 3 contrari e 1 astenuto. Qualcuno è andato via prima del voto.
La cosa da chiarire è che lo statuto non prevede che un direttivo possa sfiduciare un segretario eletto da un Congresso o assemblea di iscritti, come sono stata eletta io alla presenza inoltre del vicesegretario nazionale del partito. L’unico riferimento è all’eventuale sfiducia del segretario nazionale, che viene presa in considerazione se suffragata dai 2/3 degli aventi diritto al voto e sulla base di una mozione contenente la “sfiducia costruttiva”, che prevede l’indicazione del nome di un nuovo Segretario ed il suo programma. Non avendo altri riferimenti, la mia interpretazione è che per sfiduciare un Segretario di sezione, vale la stessa regola per quello Nazionale.
Se qualcuno ritiene di pensarla in maniera diversa, lo Statuto prevede la possibilità di rivolgersi ad organismi superiori. Mai prima di questi ultimi giorni ho ricevuto formale richiesta di convocazione degli iscritti, e visto che allo stato attuale è più urgente chiudere le alleanze e fare la lista, mi farò carico di convocare la base appena le condizioni lo renderanno fattibile, anche per creare quel giusto entusiasmo da trasferire in campagna elettorale. Iscritti che, peraltro, nei miei tre anni di mandato sono stati riuniti più volte, a differenza del passato dove non risultano tracce di verbali o convocazioni.
Vedo, infine, che si fa riferimento a commissariamenti e chi lo fa è colui che da commissario della Federazione di Sassari non è stato in grado di assolvere al mandato conferitogli, lasciando le Sezioni della Provincia allo sbando più totale.
Io, pertanto, sulla linea politica e sulle alleanze, vado avanti secondo il mandato più volte ricevuto dal direttivo e secondo quanto chiesto da Christian Solinas. Alla città non interessano le beghe e le ambizioni, seppur legittime dei singoli, e a me personalmente non interessa tenere in piedi vecchie dinamiche politiche che non danno spazio a chi vuole costruire e portare avanti un progetto reale per la città. Porto Torres ha necessità di un governo composto da persone che abbiano un solo ed unico interesse: lavorare con serietà e dedizione alla sua rinascita.»