Intervista ad Aldo Salaris, coordinatore regionale dei Riformatori sardi.
Onorevole Salaris, qual è la posizione dei Riformatori sardi sugli interventi necessari per Cagliari?
«Nella scorsa consiliatura è stato avviato un importante piano di rigenerazione urbana della città di Cagliari, i cui effetti iniziano a vedersi. Un esempio significativo è via Roma, dove stiamo restituendo alla città un’area completamente rinnovata e fruibile per tutti: cittadini, famiglie e turisti. L’obiettivo è integrare al meglio la zona portuale e lagunare nel contesto urbano. La nostra linea è chiara: proseguire su questa strada e riqualificare le aree pubbliche, rendendole un valore aggiunto per la comunità.»
Come coordinatore regionale dei Riformatori sardi, come affronterà i rapporti della Sardegna con il Governo nazionale?
«La mia conferma mi consente di continuare il lavoro avviato negli ultimi cinque anni. I Riformatori sardi, essendo un partito regionale senza legami diretti con partiti nazionali, possono affrontare i problemi della Sardegna con indipendenza e autonomia. Collaboriamo con il Governo caso per caso, portando avanti battaglie fondamentali come il riconoscimento dell’insularità in Costituzione e il riconoscimento Unesco del patrimonio nuragico. Il nostro approccio è concreto e orientato ai risultati.»
La precarietà sociale è un problema serio. Quali interventi ritenete prioritari?
«La precarietà sociale e la crisi occupazionale sono dei problemi cronici della Sardegna, e le istituzioni stanno cercando di affrontarli con interventi mirati e risorse dedicate. Tuttavia, serve un maggiore sostegno dal Governo centrale, soprattutto per affrontare crisi strutturali come quella industriale. La sinergia tra istituzioni regionali e nazionali è fondamentale per trovare soluzioni durature.»
Ha evidenziato la crisi occupazionale in settori chiave, vedasi Portovesme SRL e Sider Alloys. Come affrontare questa emergenza?
«Come detto, la crisi industriale incide pesantemente sulla precarietà sociale. Servono interventi strutturali che vadano oltre le risorse regionali, coinvolgendo il Governo e il settore privato. La collaborazione pubblico-privato è essenziale per garantire condizioni di lavoro dignitose e stabilità occupazionale.»
Quali iniziative propongono i Riformatori sardi per affrontare le criticità regionali, dalla sanità al lavoro?
«Abbiamo scelto di proporre soluzioni concrete, evitando polemiche sterili. In sanità, puntiamo su prevenzione e medicina di prossimità, con strumenti come telemedicina e assistenza domiciliare, per colmare la carenza di personale sanitario. Vogliamo costruire un nuovo modello sanitario più efficiente e accessibile.»
I sardi si aspettano da voi una politica concreta e risolutiva. Come rispondete a questa richiesta?
«Lavoriamo senza preconcetti, trasformando le nostre idee in proposte concrete. Ci siamo già espressi su infrastrutture, sanità, lavoro e patrimonio culturale, e continuiamo a farlo con spirito costruttivo, senza distinzioni politiche. La continuità con le azioni già intraprese è fondamentale per garantire risultati tangibili.»
Ultima domanda: esiste un dialogo costruttivo tra il vostro partito e il Governo nazionale?