«A tutti quelli che pensavano che la Giunta e il Consiglio regionale fossero commissariati, oggi ha risposto la Corte Costituzionale che si è riunita per discutere la legittimità della disciplina transitoria sulle energie rinnovabili, introdotta con la legge regionale 5 del luglio 2024.»
La presidente della Giunta regionale Alessandra Todde commenta così le decisioni assunte oggi durante la prima udienza della Corte Costituzionale, presieduta da Giovanni Amoroso.
Anche se presumibilmente la sentenza non arriverà prima di venti giorni, dalla Consulta oggi arrivano importanti sottolineature. A iniziare dalla preminenza degli interessi pubblici rispetto a quelli dei privati. La Corte, infatti, ha accolto l’istanza della Regione Sardegna e ha escluso dal procedimento una società privata attiva nel campo delle energie rinnovabili, che recentemente aveva tentato di condizionare il dibattito pubblico mandando una lettera di diffida al Consiglio regionale nell’esprimere un voto sulla legge 20/2024.
«Una decisione importante anche in prospettiva futura, perché sancisce la preminenza dell’interesse pubblico rispetto a quello dei privati», sottolinea la presidente Alessandra Todde.
La difesa regionale ha anche evidenziato la competenza primaria della Regione in materia urbanistica, contrastando decisamente la tesi della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ribadendo che la Regione ha tenuto fede agli impegni presi con lo Stato e anche con l’Unione Europea. La legge 5, infatti, non ha messo a rischio i parametri europei sulle rinnovabili.
«È un nostro diritto legiferare in materia urbanistica: lo certifica il nostro Statuto e abbiamo difeso con forza questa nostra posizione, così come il nostro impegno verso la tutela dell’ambiente e del paesaggio. Avevamo garantito che avremmo approvato tutto nei tempi previsti. Abbiamo fatto di meglio anticipando di tre mesi la scadenza prevista dal governo», sottolinea la presidente della Regione.
Durante l’udienza è poi emersa la manifesta contraddittorietà dello Stato, che se da un lato impugna il provvedimento, dall’altro, con il ministero della Cultura, ricorda che le domande per l’installazione di impianti eolici superano di dieci volte gli obiettivi di produzione della Regione Sardegna.
«Nel Governo evidentemente non ci sono le idee chiare – conclude la presidente Alessandra Todde – noi invece le abbiamo: perseguiamo il solo interesse pubblico e fino a quando saremo al governo della Sardegna non permetteremo a nessuno di minacciare, mettere veti o porre condizioni sulla pelle dei sardi.»