Caro Onorevole Peter Kofod,
ho il piacere di comunicarle che, per iniziativa di un gruppo di parlamentari italiani, in prevalenza sardi e di oltre 200.000 cittadine e cittadini italiani che hanno promosso un progetto di legge d’iniziativa popolare, il principio d’insularità e contestualmente la continuità territoriale con le isole entrerà, con tutti i suoi disagi, nella Costituzione Italiana.
Perché scrivo a Lei, a nome dei sardi che, come me, si sono battuti per rimuovere, in modo istituzionale e non con inconsulti gesti di sfida, lo svantaggio insulare e della discontinuità territoriale?
Perché così anche i cittadini danesi che Lei rappresenta potranno far valere questa legge per colmare la discontinuità con le isole Far Oer e con la lontana Groenlandia, o i Francesi con la Corsica, o i greci con Rodi e Cipro, o gli svedesi con l’Isola di Turku, etc.
Lo svantaggio territoriale in Italia sarà colmato con una legge costituzionale che così recita all’art. 119, dopo il V comma: La Repubblica riconosce le peculiarità delle Isole e promuove le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall’insularità.
Allora diranno i sardi e poi i siciliani: ora non ci sono più scuse, la continuità territoriale ci è stata riconosciuta per Legge Costituzionale. In via teorica si sono ristretti i mari!
E quindi? domanda l’on. Kofod.
Vede, caro onorevole, questo nostro primo passaggio in Costituzione è fondamentale perché poi possa entrare nell’ambito delle fonti del diritto primario, costituite dai Trattati Europei TUE e TFUE. Infatti sulle problematiche dell’insularità quest’ultimo
Articolo 349
(ex articolo 299, paragrafo 2, secondo, terzo e quarto comma, del TCE)
Tenuto conto della situazione socioeconomica strutturale della Guadalupa, della Guyana francese, della Martinica, della Riunione, di Saint Barthélemy, di Saint Martin, delle Azzorre, di Madera e delle isole Canarie, aggravata dalla loro grande distanza, dall’insularità, dalla superficie ridotta, dalla topografia e dal clima difficili, dalla dipendenza economica da alcuni prodotti, fattori la cui persistenza e il cui cumulo recano grave danno al loro sviluppo, il Consiglio, su proposta della Commissione e previa consultazione del Parlamento Europeo, adotta misure specifiche volte, in particolare, a stabilire le condizioni di applicazione dei trattati a tali regioni, ivi comprese politiche comuni. Allorché adotta le misure specifiche in questione secondo una procedura legislativa speciale, il Consiglio delibera altresì su proposta della Commissione e previa consultazione del Parlamento Europeo.
Le misure di cui al primo comma riguardano in particolare politiche doganali e commerciali, politica fiscale, zone franche, politiche in materia di agricoltura e di pesca, condizioni di fornitura delle materie prime e di beni di consumo primari, aiuti di Stato e condizioni di accesso ai fondi strutturali e ai programmi orizzontali dell’Unione.
Il Consiglio adotta le misure di cui al primo comma tenendo conto delle caratteristiche e dei vincoli specifici delle regioni ultraperiferiche senza compromettere l’integrità e la coerenza dell’ordinamento giuridico dell’Unione, ivi compresi il mercato interno e le politiche comuni.
Il testo è chiaro, il riferimento alle Isole ora citate esclude al momento attuale quelle altre che noi abbiamo citato e che non sono solo italiane, bensì anche francesi, greche, svedesi e naturalmente danesi. Tuttavia i due Trattati Europei, prima o poi, dovranno tener conto della nostra modifica Costituzionale e inserire le nostre Isole mediterranee nel citato articolo 349.
La lotta non è finita. Aver cambiato la Costituzione Italiana all’art. 119, è un doveroso atto legislativo che però deve essere ulteriormente implementato con un passaggio legislativo sui Trattati dell’UE. Facciamo un esempio: supponiamo che il sottoscritto, da cittadino sardo, italiano e quindi europeo, adisca alla Corte di Giustizia di Lussemburgo, contro il Paese membro Italia che non assicura i collegamenti aerei e navali in modo tale da colmare lo svantaggio geo-territoriale
Caro on. Kofod, se vorrà darci una mano ne saremo felici. Anzi provi a prendere un aereo per sbarcare ad Alghero, così si renderà conto della tribolazione.
Un caro saluto
Efisio Planetta
ex consigliere regionale del Partito Sardo d’Azione