Anche gli indipendentisti di Liberu hanno voluto dire la loro sulla vicenda relativa al Ppr e lo hanno fatto con un lungo post di Facebook in cui esprimono la loro posizione.
«Qualche giorno fa – sottolineano gli attivisti -, il Consiglio regionale ha approvato una legge, la 21 del 13/07/2020, che di fatto le permetterà di riscrivere il PPR estromettendo il ministero per i Beni e le Attività culturali dal processo di co-pianificazione urbanistica su fascia costiera, beni identitari zone agricole. Interpretazione autentica del PPR del 2006 che a dire dei proponenti era necessaria e mirata a sbloccare i lavori della 4 corsie della Sassari-Alghero. A niente è servita la notizia che la Ministra delle Infrastrutture, avesse annunciato l’approvazione del progetto stesso in Consiglio dei ministri.»
«Per indipendentisti come noi – sostengono da Liberu – affermazioni di rivendicazione di sovranità e autodeterminazione sarebbero dovute suonare come musica per le nostre orecchie. Ma, chissà perché, ci suona un campanello di allarme che ci ricorda la delibera a firma dell’assessorato agli enti locali dello scorso 1 aprile (quando eravamo tutti chiusi in casa) e poi prontamente ritirata, che avrebbe permesso di realizzare progetti immobiliari a Castiadas e Piscinas, con la motivazione del “preminente interesse generale e rilevanza regionale.»
«In questi giorni – denunciano gli attivisti – sulla stampa hanno ricominciato a circolare notizie poco rassicuranti, riguardanti progetti immobiliari in attesa da decine di anni (per es. Costa Turchese), e di amministrazioni comunali interessate ad approvare in volata i PUC. È legittimo dubitare che tra “interventi di interesse generale e rilevanza regionale” ed “interventi strategici per la Sardegna bloccati dalle norme troppo rigide” riparta l’assalto generale alle coste?»
«Noi di Liberu – concludono – pensiamo che la Sardegna non abbia bisogno di altre seconde case ed alberghi che si riempiono due mesi all’anno. Le ruspe degli speculatori a noi non piacciono, neanche riverniciate con i quattro mori. Ribadiamo quanto già dichiarato anche ad aprile e cioè che l’interesse generale dei Sardi sia quello di tutelare le coste, non consumare più territorio, preservare un patrimonio paesaggistico unico al mondo, che è il nostro punto di forza e la principale attrattiva turistica. Allora sì, fatti salvi questi presupposti, avremmo potuto apprezzare la rivendicazione di autonomia esibita della Giunta.»
«Qualche giorno fa – sottolineano gli attivisti -, il Consiglio regionale ha approvato una legge, la 21 del 13/07/2020, che di fatto le permetterà di riscrivere il PPR estromettendo il ministero per i Beni e le Attività culturali dal processo di co-pianificazione urbanistica su fascia costiera, beni identitari zone agricole. Interpretazione autentica del PPR del 2006 che a dire dei proponenti era necessaria e mirata a sbloccare i lavori della 4 corsie della Sassari-Alghero. A niente è servita la notizia che la Ministra delle Infrastrutture, avesse annunciato l’approvazione del progetto stesso in Consiglio dei ministri.»
«Per indipendentisti come noi – sostengono da Liberu – affermazioni di rivendicazione di sovranità e autodeterminazione sarebbero dovute suonare come musica per le nostre orecchie. Ma, chissà perché, ci suona un campanello di allarme che ci ricorda la delibera a firma dell’assessorato agli enti locali dello scorso 1 aprile (quando eravamo tutti chiusi in casa) e poi prontamente ritirata, che avrebbe permesso di realizzare progetti immobiliari a Castiadas e Piscinas, con la motivazione del “preminente interesse generale e rilevanza regionale.»
«In questi giorni – denunciano gli attivisti – sulla stampa hanno ricominciato a circolare notizie poco rassicuranti, riguardanti progetti immobiliari in attesa da decine di anni (per es. Costa Turchese), e di amministrazioni comunali interessate ad approvare in volata i PUC. È legittimo dubitare che tra “interventi di interesse generale e rilevanza regionale” ed “interventi strategici per la Sardegna bloccati dalle norme troppo rigide” riparta l’assalto generale alle coste?»
«Noi di Liberu – concludono – pensiamo che la Sardegna non abbia bisogno di altre seconde case ed alberghi che si riempiono due mesi all’anno. Le ruspe degli speculatori a noi non piacciono, neanche riverniciate con i quattro mori. Ribadiamo quanto già dichiarato anche ad aprile e cioè che l’interesse generale dei Sardi sia quello di tutelare le coste, non consumare più territorio, preservare un patrimonio paesaggistico unico al mondo, che è il nostro punto di forza e la principale attrattiva turistica. Allora sì, fatti salvi questi presupposti, avremmo potuto apprezzare la rivendicazione di autonomia esibita della Giunta.»
Antonio Caria