«L’istituzione di una commissione d’inchiesta sugli affidi illeciti di minori permetterà di fare giustizia e tutelare tutti quei bambini che finiscono nella rete di persone senza scrupoli, come avvenuto con i servizi sociali della Val d’Enza, a Bibbiano, coinvolti nell’inchiesta “Angeli e Demoni” della procura di Reggio Emilia, diventando strumenti di interesse, di profitto, di scandaloso abuso di diritti inviolabili. Una proposta della Lega che finalmente si realizza, una legge che eviterà altri drammi umani e che permetterà di modificare norme e procedure per il bene di tante famiglie.»
Lo afferma l’eurodeputata della Lega Luisa Regimenti, in merito all’approvazione alla Camera della legge sull’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sugli affidi illeciti di minori e sulle attività delle comunità di tipo familiare che accolgono i bambini.
«Riformare il sistema sugli affidi di minori è ormai una necessità indifferibile – sottolinea Luisa Regimenti –e la notizia che il Tribunale dei minori di Bologna ha deciso di far tornare dai genitori due bambini di 7 e 9 anni, ingiustamente sottrattigli da quel sistema corrotto e distorto, è una notizia che ci riempie di gioia e fa capire che la strada intrapresa è quella giusta. Sono convinta della necessità di nuove regole e anche di uno standard europeo di riferimento in materia di affidi – aggiunge l’europarlamentare leghista – allo stesso tempo ritengo urgente assegnare a un collegio di periti, composto da un neuropsichiatra infantile, uno psicologo esperto e un medico legale, nominati da un magistrato, iscritti all’Albo professionale e legalmente riconosciuti, la possibilità di intervenire con strumenti di garanzia dei diritti del minore e del vincolo familiare, nell’ambito di un vero contraddittorio. Sarebbe opportuno, inoltre, creare una sezione minorile presso l’Avvocatura dello Stato, aggiornando e formando gli avvocati in Diritto minorile e Diritto delle adozioni.»
«A garanzia dei minori e delle loro famiglie – conclude Luisa Regimenti -, potrebbero infine essere utili “strumenti operativi come ad esempio gli ambulatori sociali, per sostenere in maniera ottimale il sistema degli affidi. In queste strutture, che lo Stato dovrebbe gestire in modo diretto, magari restaurando stabili dismessi, potrebbero trovare spazio tanti operatori qualificati e professionisti esperti del settore.»