Quali strumenti ha messo in campo l’UE per fronteggiare la crisi sanitaria, economica e sociale e per palliare gli effetti della pandemia da Covid-19 sul mondo del lavoro? Se ne parlerà lunedì 9 novembre dalle 10.00, all’Ufficio del Parlamento europeo, a Roma, con il commissario UE all’economia Paolo Gentiloni, eurodeputati, rappresentanti del Governo e delle più importanti sigle sindacali del nostro Paese. L’evento è organizzato dall’Ufficio del Parlamento europeo in collaborazione con la Rappresentanza della Commissione europea.
L’Europa sta fronteggiando una crisi sanitaria ed economica senza precedenti dal dopoguerra. In Italia, più di 3 milioni di famiglie hanno visto il loro reddito dimezzarsi e il 50% delle imprese sono a rischio chiusura, con centinaia di migliaia di lavoratori che potrebbero perdere il posto.
L’Unione europea ha messo in campo strumenti straordinari per far fronte alla crisi e far ripartire l’economia. Oltre al Piano per la ripartenza, ai prestiti BEI e agli impegni di acquisti per 1710 miliardi della BCE, è già operativo il programma SURE, con 100 miliardi di prestiti a condizioni molto convenienti. SURE è un acronimo: sta per “Support to mitigate Unemployment Risks in an Emergency”, ovvero aiutare i lavoratori che rischiano di perdere il lavoro con un sussidio europeo.
SURE è stato studiato proprio per i Paesi più colpiti dalla pandemia e dalla crisi economica, come Italia e Spagna. Difatti, il nostro Paese, con 27 miliardi, è il primo beneficiario di SURE, e ha già ottenuto una prima linea di credito da 10 miliardi.
Questa misura, nella pratica, si concretizzerà in un sussidio pubblico, che potrà garantire il posto di lavoro a milioni di cittadini europei. I lavoratori potranno così continuare ad avere reddito e potere di acquisto, con un impatto positivo su tutta l’economia. Nel tempo libero creatosi con la diminuzione delle ore di lavoro, i dipendenti potranno seguire corsi di formazione utili per il loro percorso professionale e per la stessa azienda.
In questo contesto, è importante che i rappresentanti dei sindacati possano confrontarsi con quelli delle istituzioni europee e nazionali sul migliore utilizzo di questo importante strumento