«Sono state le procedure per l’istituzione della zona franca integrale portate avanti dalla Regione Sardegna a bloccare l’iter di istituzione delle zone economiche speciali.»
E’ quanto è emerso durate la seduta della Camera di venerdì 12 marzo in risposta all’interpellanza urgente presentata da Lucia Scanu, portavoce del MoVimento 5 Stelle e discussa in Aula dalla stessa e da Nardo Marino, deputato del MoviMento 5 Stelle e membro della Commissione Trasporti. Nell’atto è stato chiesto ai ministeri competenti (per il Sud e la Coesione Territoriale, Infrastrutture e Trasporti, Economia e Finanze) di fare chiarezza sull’iter di perfezionamento dell’istituzione delle Zone Economiche Speciali (ZES) in Sardegna al fine di renderle pienamente operative.
«Solo grazie a questa interpellanza – commentano i parlamentari del M5S Lucia Scanu e Nardo Marino – abbiamo appreso del parere contrario espresso nel 2019 dal ministero dell’Economia. Il progetto inviato dalla Regione Sardegna non rispettava alcuni aspetti inerenti alla fiscalità ed il diritto doganale, rendendo di fatto l’iter dell’istituzione della Zes Sardegna ben lontano dall’essere perfezionato. Di fatto, la posizione della Regione Sardegna ha bloccato il possibile sviluppo economico nelle zone portuali, alcune di queste gravate da una crisi decennale causata da discutibili politiche industriali.»
«La risposta della sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio Dalila Nesci ci lascia soddisfatti – sottolineano i due parlamentari M5S – cercheremo ancora di fare chiarezza sui ritardi che si sono verificati sulla ZES sarda, in particolare sulle questioni legate alla fiscalità e al diritto doganale che hanno portato il Ministero dell’Economia e delle Finanze a esprimersi con parere negativo nel novembre 2019.
Le aree destinate a rientrare nella ZES ricadono sul perimetro costiero, integrate con le zone franche doganali intercluse già in attivazione. Le ZES toccano i principali scali marittimi isolani: Cagliari, Portovesme, Olbia, Oristano, Arbatax, Porto Torres. Le aree portuali, retroportuali, anche di carattere produttivo e aeroportuale, piattaforme logistiche e interposti, sono pronte ad operare in regime di Zona Economica Speciale. L’elaborazione della proposta di Piano di Sviluppo Strategico ha visto una intensa attività di raccordo e di collaborazione tra tutte i soggetti istituzionali interessati.