«L’analisi del Centro Studi UGL, in merito all’impatto economico delle misure adottate per arrestare il diffondersi della pandemia, non lascia margine ad equivoci. Dai dati emerge che un lockdown totale o parziale, metterebbe a ‘rischio fallimento’ il 38% delle imprese, con una possibile perdita di 4,8 milioni di posti di lavoro. Nella migliore delle ipotesi, inoltre, nel 2020 avremo un crollo del Pil pari al -11,5%. In tale quadro appaiono insufficienti e inadeguate le misure finora adottate dal Governo.»
Lo scrive, in una nota, Paolo Capone, segretario generale dell’UGL.
«Per prevenire un aumento incontrollato di nuovi casi positivi e salvaguardare al contempo il tessuto economico e produttivo occorre intervenire sulle cause primarie dei contagi favorendo la didattica a distanza per tutte le scuole e adottando, contestualmente, un piano per la mobilità che coinvolga taxi e imprese private dei trasporti al fine di allentare la pressione sui mezzi pubblici. E’ prioritario, peraltro, potenziare il sistema sanitario territoriale mediante screening di massa effettuati da medici di famiglia e farmacie. Siamo consapevoli della gravità della situazione determinata dall’aumento dei contagi ma anche dei costi sociali conseguenti a chiusure totali o semi-total – conclude Paolo Capone -. Per questa ragione, chiediamo al Presidente del Consiglio di valutare misure alternative a quelle che colpiscono le attività produttive e mettono a rischio milioni di posti di lavoro.»