«Allarmano i dati riportati dallo Svimez sulla drammatica crisi economica che ha colpito il Mezzogiorno, una situazione aggravata dalla recrudescenza pandemica che ha accentuato lo storico divario fra Nord e Sud. Secondo le stime, l’emergenza Covid-19 è costata al Meridione 10 miliardi di euro al mese e un crollo dell’occupazione del 12% nei primi tre trimestri del 2020, ovvero 280 mila posti di lavoro bruciati. Preoccupa, inoltre, il forte differenziale che emerge dai dati relativi alla ripresa. Se nel 2021, infatti, il Pil del Centro-Nord crescerà del 4,5%, al Sud l’incremento sarà pari soltanto all’1,2%, un gap inaccettabile che fotografa l’esistenza di due Italie. In tale contesto è chiaro che le misure adottate dal Governo si sono rivelate dei meri palliativi. Il reddito di cittadinanza, come sottolinea il rapporto, ha finito per allontanare dal mercato del lavoro invece di richiamare persone in cerca di occupazione.»
Lo scrive, in una nota, Paolo Capone, segretario generale UGL.
«Occorre invertire immediatamente la rotta e concentrare le risorse su provvedimenti volti a creare reddito, non soltanto a trasferirlo mediante sussidi a pioggia. In tal senso è prioritario avviare un’ingente opera di sburocratizzazione e semplificazione sbloccando gli investimenti infrastrutturali indispensabili per ridurre la forbice economica e occupazionale e rafforzare, al contempo, la coesione nazionale.»