«Anche il personale sanitario che dipende dalle cooperative deve essere indennizzato.» Lo sostengono i consiglieri regionali del Partito democratico.
«Lo scorso mese di settembre la Regione Sardegna ha deliberato di destinare 14 milioni e ottocentomila euro di risorse, in gran parte di provenienza statale e appositamente trasferiti, per il riconoscimento di incentivi a tutto il personale dipendente a tempo indeterminato e determinato del Sistema Sanitario Regionale direttamente impiegato nell’attività di contrasto all’emergenza Covid-19. Gli incentivi sono riconosciuti in considerazione dell’aumentato carico di lavoro e della sua complessità, nonché dello spirito di sacrificio e della grande abnegazione e dedizione al lavoro dimostrata – rimarca Salvatore Corrias, primo firmatario di un’interrogazione -. Ma non meno abnegazione e dedizione al lavoro ha dimostrato tutto il personale sanitario impegnato nell’assistenza domiciliare integrata e che, pur operando per conto delle Aziende sanitarie, è però dipendente di cooperative sociali. Riteniamo che sia fortemente discriminatorio limitare gli indennizzi ai soli dipendenti del Sistema Sanitario Regionale come se il rischio di contagio fosse una loro prerogativa esclusiva e come se le incertezze dei primi tempi riguardo il da farsi, l’aumento del carico di lavoro e la sua complessità, non si fossero ripercossi su tutto il personale sanitario, indipendentemente dal contratto di lavoro di riferimento. Chiediamo per questo all’assessore Mario Nieddu e al presidente Christian Solinas – conclude Salvatore Corrias – di voler recuperare ulteriori risorse per riconoscere un indennizzo anche a tutti quei professionisti che, nonostante le difficoltà, hanno garantito con continuità le prestazioni sanitarie a domicilio, contribuendo in prima persona ad alleviare le sofferenze dei pazienti più fragili.»