Il fascino dell’arte e della moderna grafica a cavallo tra Ottocento e Novecento in un inedito connubio di ironia, leggerezza, cronaca e storia del costume di Sassari. Dal 18 giugno al 24 settembre alla Biblioteca Universitaria di Piazza Fiume, a Sassari, sarà finalmente visitabile la mostra “Masticabrodo, Papè Satan e… abbozza!”, organizzata dal Circolo Culturale Aristeo, d’intesa con l’istituzione bibliotecaria.
Un percorso espositivo a cura di Simonetta Castia e Stefano Serio, frutto di un attento lavoro di selezione e rivisitazione (anche grafica), in particolar modo dedicato alle tante figurine e pupazzetti che popolavano con assiduità gli antichi periodici e quotidiani dell’isola.
E innegabilmente, un omaggio genuino a questa inestimabile testimonianza artistica e socio-culturale, attraversando figure indimenticabili come quelle di Enrico Costa, Pompeo Calvia, Salvator Ruju e altri incisivi narratori del piccolo mondo borghese e popolare della “Sardegna che fu”.
L’iniziativa, che rappresenta il naturale esito del percorso “Testate d’autore” allestito nel 2014 alla Frumentaria di Sassari, gode del patrocinio della Regione Sardegna, della Fondazione di Sardegna e del Comune di Sassari, ed è resa possibile grazie alla disponibilità e collaborazione della Biblioteca Universitaria, dal cui prezioso fondo è tratto il materiale.
L’inaugurazione (inizialmente prevista per il 26 marzo scorso e poi sospesa a causa dell’emergenza Covid 19), rappresenta un ritorno gradevole e lieve alla normalità attraverso un viaggio per immagini e sorrisi nella satira d’altri tempi.
Ironia, facezie e stramberie furono la nota saliente dei periodici umoristici e/o studenteschi che si diffusero con una certa intensità in Sardegna a partire dalla fine del XIX secolo. Fu una peculiarità di molte testate il ricorrente impiego dei pupazzetti-figurine e caricature, sia nei titoli che all’interno delle pagine pur concepite con modesto rigore compositivo: per questa ragione si utilizzò l’attributo di «pupazzettati» per molti di questi fogli, quali il “Falstaff” (1903), “Il Pantagruel” (1904) e il celebre giornale studentesco “Massinelli” (1900-1905) nel quale, oltre che nel contrapposto “Burchiello” (1901-1909), disegnò le sue caricature il sedicenne Giuseppe Biasi, e scrissero tra gli altri Enrico Costa e Pompeo Calvia.
Le testate, che consistono in una fiorita combinazione di lettering, ornato e figure, erano uniche per estrosità, concessione al divertimento ed al ricorrente nonsense delle scenette, degli editoriali di gusto provinciale e degli allusivi titoli.
Negli anni Venti sorsero in modo spontaneo le riviste goliardiche delle associazioni in prevalenza studentesche (liceali e universitarie) «in cui la gioventù sassarese cerca spazio d’espressione», e nelle quali l’ingenua audacia dei titoli (“La Foglia di fico”, “Buffami l’occhio”, “Esci da sotto”, “E… abbozza”, “Siedimi in barca”, “La Voce dei battistrada”, “Ponibi un zappulu”, “Gatt’a terra”, “Kilippodromo”…) è pari alla felice immediatezza delle scelte stilistiche e iconografiche delle copertine, alcune delle quali disegnate da Remo Branca.
La manifestazione ha inoltre lo scopo di porre l’attenzione sul rischio di chiusura che correrà a breve la Biblioteca Universitaria, una delle più importanti istituzioni culturali della città e della Sardegna, a corto di personale, che nel prossimo futuro vedrà ridurre a poche unità l’organico in pianta.
La mostra, articolata su due piani, sarà visitabile dal lunedì al sabato nei consueti orari di apertura dei locali al pubblico. L’accesso è contingentato, soggetto alle disposizioni di sicurezza previste per l’emergenza Covid.