La commissione Sanità, presieduta da Antonio Mario Mundula (Fdi) ha ascoltato associazioni e rappresentanti dei genitori sulle problematiche dell’oncologia pediatrica, attualmente di competenza dell’ospedale Microcitemico e dell’azienda Brotzu di Cagliari come strutture di riferimento regionale.
Prendendo la parola a nome dell’associazione “Socialismo, diritti e riforme”, Maria Grazia Caligaris ha raccontato delle tante segnalazioni ricevute nelle scorse settimane prima dell’episodio del 1° agosto quando è stato richiesto l’intervento dei Carabinieri per sbloccare una situazione (determinata dalla mancanza di un anestesista) diventata insostenibile sia per i malati che per le famiglie.
«Insieme alle associazioni dei genitori – ha affermato Maria Grazia Caligaris – chiediamo alle istituzioni regionali di intervenire per uscire dalla grave emergenza che si è venuta a creare e garantire ai pazienti assistenza e cure adeguate contro patologie delicate e complesse purtroppo in crescita costante. Molte malattie oncologiche, ha poi ricordato, richiedono la quotidiana disponibilità di un “sistema” formato da di specialisti, dotazioni tecnologiche, sale operatorie e spazi per le terapie che il Microcitemico da solo non è più in grado di garantire, dopo lo “scorporo” dal Brotzu introdotto dalla recente riforma del servizio sanitario regionale.
Questa scelta – ha concluso Maria Grazia Caligaris – ha peggiorato la qualità dell’assistenza e, soprattutto, ha allontanato la prospettiva di un “polo” pediatrico efficiente del quale la Sardegna ha urgente bisogno.»
Subito dopo è intervenuta la rappresentante dell’Asgop (una associazione di genitori) Francesca Ziccheddu, che ha sottolineato con forza la necessità di una struttura unica (come era il Microcitemico
prima dello scorporo) in grado di affrontare tutti i passaggi del lungo percorso di cura che devono affrontare i malati, con l’accompagnamento ed il supporto dei familiari. Lavorare su casistiche così gravi aggiungendo ad esse i rapporti tecnico-amministrativi fra più strutture, ha osservato, aumenta la possibilità di
un corto circuito e soprattutto danneggia i malati.
Da uomo e da medico sono solidale con i genitori dei pazienti, ha detto il direttore sanitario dell’Asl 8 di Cagliari Stefano Mascia, e riconosco che siamo in grande difficoltà. Dopo aver ribadito che l’episodio del 1° agosto è stato frutto, a suo avviso, di un comprensibile sovraccarico di tensione, e che comunque sarebbe stato risolto in tempi brevi anche senza l’intervento delle forze dell’ordine, Stefano Mascia ha sostenuto che, nelle condizioni attuali, il Microcitemico non può funzione in modo efficiente. In tempi brevi, ha ipotizzato, si
può intervenire da un lato facendo scorrere le graduatorie e reclutando nuovi anestesisti (che però vanno formati) e, dall’altro, predisponendo un accordo col Brotzu che regolamenti l’effettiva mobilità dei medici
fra le due strutture.
Successivamente gli interventi del consiglieri regionali che, con diverse sottolineature, hanno auspicato il superamento della fase emergenziale e l’individuazione di una soluzione stabile. Senza escludere, come hanno affermato Piero Comandini e Rossella Pinna del Pd, un intervento legislativo del Consiglio con la corsia preferenziale dell’art. 102 sulla parte della riforma sanitaria relativa allo scorporo. Su quella scelta, dal punto di vista politico, hanno espresso forti perplessità anche Francesco Agus dei Progressisti, Carla Cuccu di Idea Sardegna e Annalista Mele della Lega.