«Anziché pensare a destinare un solo euro alla moltiplicazione delle poltrone negli staff di presidenza e assessorati, la Regione usi le risorse pubbliche per sostenere tutte le imprese e le partite Iva che hanno subito danni dalla pandemia e non hanno potuto partecipare al bando (R)Esisto. Ai proclami bisogna far seguire i fatti: con il prossimo assestamento di bilancio abbiamo la possibilità di modificare le criticità di un provvedimento che già dalla sua nascita avevamo definito incompleto».
Lo dichiara in consigliere regionale dei Progressisti, Diego Loi, che aggiunge: «L’avviso pubblico a sportello per la concessione di sovvenzioni a favore delle imprese e delle lavoratrici e dei lavoratori autonomi non prende in considerazione le esigenze e le condizioni oggettive specifiche di diverse tipologie di imprese che, a seguito della pandemia, hanno subito una notevole perdita e danni ingenti: esclude, a esempio, le imprese costituite dopo il 1 luglio 2019».
Per Diego Loi: «Il provvedimento sarebbe dovuto essere un aiuto per le micro, le piccole e le medie imprese e i lavoratori e le lavoratrici titolari di partita IVA residenti in Sardegna, ma coinvolge solo quelle che hanno subito una riduzione del fatturato superiore al 30 per cento nel periodo compreso tra l’1 marzo 2020 e il 30 giugno 2020 rispetto allo stesso intervallo di tempo del 2019. Esclude, quindi, lavoratori autonomi e imprese costituite dopo il primo luglio 2019 che, pur subendo una perdita consistente causata dalle chiusure successive del 2020, non sono ammesse al beneficio».
La sua richiesta all’assessorato del Lavoro è quella di «approfondire e apportare le dovute correzioni al bando, con l’obiettivo di non escludere nessuna delle imprese che ha subito pesanti danni a causa della pandemia».
«Altra criticità riguarda la valutazione dei fatturati nei due periodi considerati di alcune tipologie di imprese, determinante per l’erogazione dei contributi ma che giocoforza risultano disallineati – conclude Diego Loi -. Imprese che, per loro natura, come quelle edili, a esempio, hanno dovuto fatturare nel periodo 2020 in acconto l’acquisto dei materiali necessari per la ripresa delle attività dopo il lockdown. Anche in questo caso, non dovrebbero essere escluse a priori: servirebbe una valutazione nel merito della reale consistenza del fatturato e le perdite derivanti dall’assenza di lavoro in quel periodo. Cioè, appunto, quali documenti contabili definiscano il fatturato da mettere a confronto tra i due periodi e calcolare su quello la diminuzione dovuta al blocco delle attività.»
Lo dichiara in consigliere regionale dei Progressisti, Diego Loi, che aggiunge: «L’avviso pubblico a sportello per la concessione di sovvenzioni a favore delle imprese e delle lavoratrici e dei lavoratori autonomi non prende in considerazione le esigenze e le condizioni oggettive specifiche di diverse tipologie di imprese che, a seguito della pandemia, hanno subito una notevole perdita e danni ingenti: esclude, a esempio, le imprese costituite dopo il 1 luglio 2019».
Per Diego Loi: «Il provvedimento sarebbe dovuto essere un aiuto per le micro, le piccole e le medie imprese e i lavoratori e le lavoratrici titolari di partita IVA residenti in Sardegna, ma coinvolge solo quelle che hanno subito una riduzione del fatturato superiore al 30 per cento nel periodo compreso tra l’1 marzo 2020 e il 30 giugno 2020 rispetto allo stesso intervallo di tempo del 2019. Esclude, quindi, lavoratori autonomi e imprese costituite dopo il primo luglio 2019 che, pur subendo una perdita consistente causata dalle chiusure successive del 2020, non sono ammesse al beneficio».
La sua richiesta all’assessorato del Lavoro è quella di «approfondire e apportare le dovute correzioni al bando, con l’obiettivo di non escludere nessuna delle imprese che ha subito pesanti danni a causa della pandemia».
«Altra criticità riguarda la valutazione dei fatturati nei due periodi considerati di alcune tipologie di imprese, determinante per l’erogazione dei contributi ma che giocoforza risultano disallineati – conclude Diego Loi -. Imprese che, per loro natura, come quelle edili, a esempio, hanno dovuto fatturare nel periodo 2020 in acconto l’acquisto dei materiali necessari per la ripresa delle attività dopo il lockdown. Anche in questo caso, non dovrebbero essere escluse a priori: servirebbe una valutazione nel merito della reale consistenza del fatturato e le perdite derivanti dall’assenza di lavoro in quel periodo. Cioè, appunto, quali documenti contabili definiscano il fatturato da mettere a confronto tra i due periodi e calcolare su quello la diminuzione dovuta al blocco delle attività.»
Antonio Caria