È stata pubblicata ieri sul Buras, il Bollettino ufficiale della Regione che consente la conoscenza delle leggi, dei regolamenti e degli atti dello Stato di interesse regionale, la manovra finanziaria 2022.
«Vincere la battaglia contro lo spopolamento, in favore dello sviluppo locale, è uno degli obiettivi più importanti che stiamo perseguendo dall’inizio della Legislatura, ora declinato anche in una delle principali linee d’azione nella manovra. Per la prima volta si mettono in campo risorse vere e certe necessarie affinché la Sardegna possa combattere con forza e decisione lo spopolamento dei territori e l’isolamento», ha spiegato il presidente della Regione Christian Solinas, ponendo l’accento su una delle misure ritenute più urgenti, decisive per lo sviluppo delle zone interne e dei centri più deboli e maggiormente caratterizzanti della Manovra.
«Nella Manovra a cui ora diamo concretamente gambe non c’è assistenzialismo, c’è la volontà forte e decisa di intervenire per invertire i trend negativi che caratterizzano lo sviluppo sociale ed economico della Sardegna», ha aggiunto il Presidente ricordando ancora una volta i punti salienti della manovra che, tra le altre cose, stanzia fondi a favore dei nuclei familiari che risiedono o trasferiscono la residenza nei Comuni fino a 3mila abitanti e un bonus nascita che arriva fino a 600 euro mensili per ogni figlio nato dal 2022 in avanti fino al compimento del quinto anno di età. Sempre in chiave di contrasto allo spopolamento è il contributo a fondo perduto fino a 15mila euro per la ristrutturazione di prima casa destinato a chi risiede o trasferisce la residenza nei Comuni al di sotto dei 3mila abitanti.
«Grazie al sostegno forte e deciso alle famiglie e una fiscalità di vantaggio che interessa la sfera economica di chi opera nei territori svantaggiati poniamo concretamente le basi per combattere lo spopolamento dei territori, nemico numero uno della nostra Isola – ha aggiunto l’assessore della Programmazione e del Bilancio, Giuseppe Fasolino -. Oggi possiamo pensare a una rinascita dei piccoli Comuni perché diamo la possibilità alle famiglie ed alle imprese di vivere appieno quelle realtà territoriali che a causa dell’invecchiamento della popolazione e dell’esodo giovanile rischiano di morire.»
Non a caso, chi deciderà di aprire un’attività nei territori più deboli potrà contare su un contributo fino a 20mila euro (contributo di 15mila per una nuova apertura, che arriva fino a 20mila in caso di nuove assunzioni). E’ previsto il Credito d’imposta per le attività vecchie e nuove che operano in quei Comuni (anche in questo caso il contributo è soggetto a un incremento in caso di nuovo dipendente assunto).