«Come ampiamente annunciato dal sottoscritto e dai gruppi di minoranza in consiglio regionale, la decisione della maggioranza, recentemente assunta con la legge di riordino degli enti locali, di ritirare ai comuni le deleghe sulle concessioni insistenti nel demanio regionale, sta generando una situazione di enorme caos. L’assessore agli enti locali, il gallurese Quirico Sanna, benché reiteratamente reso edotto in merito al momento dell’approvazione della legge, non ha tenuto conto delle enormi difficoltà, ampiamente prevedibili, che si sarebbero incontrate e che oggi sono una realtà.»
Lo scrive, in una nota, Giuseppe Meloni, consigliere regionale del Partito democratico.
«Invero, l’esiguità del personale a disposizione degli uffici del demanio regionale centrale e territoriale, l’efficacia di queste disposizioni su tutte le concessioni indistintamente comprese quelle di breve durata, unite alla probabile mancata propensione dei dirigenti regionali a firmare atti che prevedono l’estensione delle concessioni al 2033, avrebbero dovuto indurre la maggioranza che guida la regione ad una maggiore cautela al momento di assumere decisioni così impattanti sulle sorti di una categoria, quella dei titolari della concessioni demaniali, che già viveva in una situazione di difficoltà per l’incertezza determinata dal quadro normativo nazionale ed europeo non esattamente coordinato – aggiunge Giuseppe Meloni -. Ancora oggi i concessionari demaniali della Sardegna, alle porte di una stagione turistica che si annuncia già di per sé difficile, vivono nell’assoluta incertezza per la annualità in corso e ovviamente per gli anni futuri, e potranno probabilmente operare nella stagione estiva 2021 solo ed esclusivamente grazie all’estensione della validità delle concessioni demaniali disposta dallo Stato centrale fino al prossimo autunno.»
«Oggi sono intervenuto nell’aula del Consiglio regionale per invitare l’assessore Quirico Sanna ed i suoi uffici a prendere delle decisioni immediate che possano consentire ai concessionari, compresi coloro che si erano illusi circa la bontà di questo provvedimento normativo profondamente sbagliato – conclude Quirico Sanna -, di affrontare il futuro più prossimo in una condizione di maggiore certezza e serenità.»