Il Consiglio regionale ha approvato il documento di economia e finanza regionale (DEFR) relativo alla manovra di bilancio 2021/2023
La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con la discussione congiunta dei documenti economico finanziari della Regione: il Documento di economia e finanza regionale (DEFR) relativo alla manovra di bilancio 2021/2023, il disegno di legge n. 243 – Legge di stabilità regionale (Legge finanziaria 2021) ed il disegno di legge n. 244 (Bilancio di previsione 2021/2023).
Prima di procedere con la discussione il presidente ha sospeso brevemente la seduta, convocando la conferenza dei capigruppo.
Alla ripresa dei lavori, il consigliere di Leu Eugenio Lai ha richiamato l’attenzione della presidenza sulle tante assenze nei banchi della maggioranza, che non consentono il regolare andamento della seduta.
Anche il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha protestato per le assenze ed ha ribadito la sua richiesta di prevedere sanzioni economiche, suggerendo poi una nuova sospensione della seduta, durante la quale i capigruppo dovrebbero adoperarsi per fari rientrare in aula i consiglieri. Il vice presidente, Giovanni Antonio Satta, ha sospeso nuovamente la seduta.
Alla ripresa, ha riassunto la presidenza il presidente Pais che ha dato subito la parola al relatore di maggioranza Valerio De Giorgi (Misto). Il presidente della commissione Bilancio ha affermato che la commissione di competenza, così come le altre. hanno lavorato con grande sollecitudine, dati i tempi ristretti, effettuando comunque un ampio ciclo di audizioni. L’emergenza sanitaria e quella economica, ha proseguito, hanno indotto le forze politiche a contingentare i tempi rimandando
proposte e valutazioni più approfondite al momento successivo della variazione di bilancio. Inoltre, ha spiegato, da tutte le parti è stata auspicata una rapida approvazione della manovra per dar modo di immettere nel tessuto sociale della Regione tutte le risorse disponibili. Di comune accordo, ha concluso Valerio De Giorgi, si è deciso, infine, di rinviare a successivi atti legislativi interventi su sanità, lavoro, e soprattutto i nuovi strumenti di selezione delle priorità e di corretta valutazione dell’impatto delle leggi sulle diverse componenti del sistema regionale.
Prendendo la parola sull’ordine dei lavori, il capogruppo del M5S Michele Ciusa ha osservato che a suo avviso manca il numero legale.
Per la minoranza il relatore Cesare Moriconi, del Pd, ha dichiarato che l’approvazione dei documenti finanziari della Regione con la procedura ristretta che si è voluta scegliere non è in grado di affrontare la crisi né di individuare una strategia di ricostruzione, anche perché la manovra “tecnica” è una fotocopia della precedente e i due mesi di esercizio provvisorio sono stati tempo perso, anche se ridotto solo per senso di responsabilità delle minoranza. Sarebbe stato meglio, ha ricordato Cesare Moriconi, seguire la linea di altre Regioni, cioè approvare la finanziaria entro Natale e poi cambiarla con successive con variazioni di bilancio, invertendo la tendenza rispetto ad una prassi negativa che ha fatto diventare definitivo l’esercizio provvisorio. Consiglio e Giunta, secondo l’esponente del Pd, non credono troppo in questi strumenti che invece sono i più importanti dal punto di vista politico ed economico, e sono gli unici che possono consentire un vero cambiamento di fronte ai problemi strutturali della lentezza della spesa pubblica, dell’efficienza della pubblica amministrazione, dell’incapacità di valutare e programmare gli effetti delle misure. I numeri sono impietosi, ha aggiunto Cesare Moriconi: abbiamo messo in campo risorse per oltre 400 milioni e poi tutto si è fermato, le misure contro i danni da alluvioni non sono state spese, abbiamo purtroppo un grande volume di fondi in economia non spesi (siamo al 37%) e non ce ne chiediamo nemmeno le ragioni. Alla vigila del Recovery Fund, ha concluso il consigliere, questa realtà è ancora più preoccupante perché i fondi europei sono legati a strette scadenze temporali, pena la perdita delle risorse; abbiamo grande occasione ma ci arriviamo senza una strategia, né gli strumenti per cambiare passo come sarebbe necessario ed urgente.
Sull’ordine dei lavori, il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus è tornato sul tema delle assenze, la cui responsabilità ricade interamente sulla maggioranza e non ci si può nascondere sull’espediente regolamentare che impedisce il conteggio durante la discussione di una legge. Perciò, ha suggerito, che si sospenda se il numero non c’è.
Il capogruppo di Fdi Francesco Mura, ha ricordato che ci sono molti consiglieri che hanno chiesto congedo per motivi di salute legati al virus e non è giusto speculare. Si vada avanti, ha proposto, perché se c’è accordo sui tempi ci deve essere anche per lavorare.
Il consigliere di Leu Eugenio Lai ha sostenuto che i congedi non c’entrano perché non vengono conteggiati nel numero legale, per cui se non si sospende la seduta pongo una questione pregiudiziale, chiedo che la finanziaria torni in commissione e chiedo che la proposta sia messa ai voti.
Il presidente ha chiarito di non voler giustificare nessuno sulle assenze durante la discussione del provvedimento più importante dell’anno. Si deve restare in aula, ha aggiunto, e comunque il numero legale c’è.
Il capogruppo del Pasd’Az Franco Mula, chiarendo di volere per primo il rispetto delle regole, ha detto che non si possono contare le frazioni, anche perché la verifica si fa semmai al momento della votazione e non prima.
Il presidente ha invitato a ritrovare serenità e serietà nel lavoro del Consiglio.
Proseguendo la discussione, il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda ha messo in luce che la relazione di minoranza del collega Cesare Moriconi contiene spunti molto interessanti, che però la maggioranza non sembra di voler cogliere. L’esercizio provvisorio che diventa prassi corrente, come dimostra la storia di molte legislature, è ad avviso di Massimo Zedda una patologia del sistema che va corretta, perché tutto il sistema Regione e la società sarda perdono mesi in attesa di poter spendere risorse assegnate e la programmazione viene stravolta come se un anno fosse di nove mesi, senza dimenticare che proprio da qui nasce la sottovalutazione delle politiche strategiche che trovano spazio nei documenti economico finanziari. Siamo alla terza approvazione della legge di stabilità che viene chiamata “tecnica”, ha annotato Massimo Zedda, ma ciò segnala invece l’incapacità di muoversi secondo una strategia, come se niente nel mondo fosse nel frattempo profondamente cambiato e non in meglio: la pandemia ha causato meno entrate e meno gettito che pure va a coprire formalmente alcune voci di spesa, e già l’anno scorso c’era un buco di 400 milioni. Le conseguenze di tutto questo saranno drammatiche, ha previsto il consigliere dei Progressisti, perché potremmo trovarci senza soldi, e senza i necessari strumenti per programmare la tanto attesa ripartenza, attraverso il Recovery Fund.
Elena Fancello, a nome del Psd’Az, ha sottolineato il forte impatto della pandemia sull’economia regionale come dimostra la netta flessione de Pil ed il rallentamento dei consumi, con conseguenze anche sul bilancio impegnato in buona parte negli interventi a sostegno dei settori economici più colpiti e, fra questi, vanno ricordati i giovani che scontano difficoltà storiche ma anche problemi attuali molto forti, dalla perdita del lavoro alla mancanza di occupazione. L’Europa ha un piano molto solido che al tempo stesso rappresenta una sfida generazionale, ha dichiarato Elena Fancello, ciò che manca invece nella politica del governo che non ha la stessa sensibilità. In occasione dell’assestamento, ha poi annunciato, potremo fare molto perché le imprese cercheranno competenze digitali per ripartire e non bisognerà lasciare e terra nessuno: dobbiamo cogliere questi segnali ed assicurare ai giovani strumenti nuovi per entrare nel mondo del lavoro, senza dimenticare le attività tradizionali come agricoltura, dove però siamo in ritardo per mancanza di fondi.
Desirè Manca, del M5S, ha “registrato” il secondo anni di finanziaria venduta ai sardicome “tecnica”, frutto in realtà della totale incapacità della Giunta, a prescindere dalla pandemia. Ci sono risorse importanti a disposizione che volevamo vedere dopo due mesi di esercizio provvisorio, sotto forma di finanziaria “politica” con progetti forti e scelte coraggiose, per risollevare la sorti della Sardegna come era stato promesso in campagna elettorale, Lo stesso presidente Christian Solinas, ha continuato, ha dichiarato che le risorse erano superiori a quelli del Piano di Rinascita e poi ha proposto 206 progetti per 7 miliardi, riguardanti ferrovie, porti ed edilizia sanitaria, senza far vedere niente ai sardi, e per la verità nemmeno al Consiglio. Io stessa, ha protestato Desirè Manca, ho fatto accesso gli atti e mi hanno risposto che faccio troppe richieste rallentando il lavoro della struttura amministrativa, e quanto ai progetti non mi potevano essere consegnati perché un atto politico e non amministrativo, mentre
in alternativa potevo chiederli al governo oppure al Tar in caso di il diniego. Questa storia non finisce qui, ha assicurato l’esponente del M5S, e chiedo l’intervento della presenza perché è stato violato un diritto dei consiglieri regionali, o forse quei progetti non esistono e sono l’ennesima bugia raccontata ai sardi.
Dopo l’on. Desirè Manca ha preso la parola l’on. Maria Laura Caddeo (Progressisti), che ha detto: “Come mai non stiamo ragionando pensando a quello che succederà quando questa crisi terminerà. Avremmo potuto stanziare più soldi e avremmo potuto immaginare cosa ci occorrerà all’inizio del nuovo anno scolastico.
Per ogni studente disabile va progettato un piano educativo individualizzato ma il piano va stilato sulla base di una diagnosi funzionale di uno neuropsichiatra. E per ottenere risultati bisognerebbe tra l’altro mettere a posto gli edifici, che per due terzi sono più agibili”.
Per Cinque stelle l’on. Michele Ciusa “questa manovra finanziaria non dà risposte perché è tecnica non politica, prova di una prospettiva di rilancio, visto che l’economia sarda era già in difficoltà prima del Covid. Non è concepibile che la giunta non sia riuscita a presentare un piano di rilancio per la Sardegna, proprio mentre nel 2021 si profila un tracollo peggiore rispetto all’anno che si è chiuso.
Ancora una volta questo Palazzo dimostra di essere ben lontano dai problemi reali della società sarda”. L’oratore ha parlato anche di temi turistici: “Mi auguro che la Giunta non faccia gli errori dello scorso anno”.
Dai banchi del Pd l’on. Giuseppe Meloni ha detto: “Si parla di manovra tecnica perché più o meno è una riproduzione della manovra 2020 ma siamo davanti a una manovra politica a tutti gli effetti. La vera finanziaria politica dovrebbe essere, secondo voi, la variazione di bilancio di primavera, che avete annunciato. Ma attenzione a non distrarre risorse o a trascurare eventi a scapito di altri, soprattutto nella Sanità. E lo stesso vorrei capire per cosa stiamo stanziando 35 milioni di euro per la nuova continuità territoriale. Assessore, ma non dovrebbe entrare in vigore la nuova continuità territoriale con 120 milioni del governo?”.
Sempre dall’opposizione l’on. Eugenio Lai (LeU) ha parlato apertamente di “senso di responsabilità della minoranza, che sta consentendo alla Sardegna di discutere la Finanziaria e di interrompere l’esercizio provvisorio in un momento di grossa emergenza per l’Isola. Voi però non riuscite nemmeno a spendere le risorse né a far funzionare i bandi di contributi. Quali sono i progetti che la Giunta ha presentato sul tema del recovery fund? Credo che manco i capigruppo sappiamo rispondere perché con tutta probabilità non ci sono progetti”.
Sulla stessa linea l’on. Gianfranco Ganau, capogruppo del Pd, ha denunciato “i mesi di ritardo di una manovra che poteva essere presentata a novembre senza mettere nei guai il sistema degli enti locali. Siete disorientati e si vede dal ritardo che state consumando per la progettazione europea”.
Per l’on. Franco Mula (Psdaz) “nella cronaca dell’opposizione mancano le inesattezze . E’ vero che siamo in ritardo ma è vero anche che questa finanziaria copre tutti i settori produttivi e quelli che non sono coperti sono oggetto di valutazione in vista dell’importante variazione di bilancio di marzo, come ben sa l’opposizione. Si poteva fare di più e meglio ma in una situazione drammatica come questa manco il governo nazionale ci sa dire quante risorse ci saranno messe a disposizione dallo Stato a noi”.
Ha quindi preso la parola il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus che, in premessa, si è detto d’accordo con la segnalazione fatta dalla collega del Movimento Cinque Stelle Desirè Manca riguardo alla procedure di accesso agli atti: «I consiglieri regionali hanno il diritto di conoscere tutti gli atti amministrativi – ha detto Francesco Agus – il presidente del Consiglio deve garantire questo diritto».
Sulla Finanziaria, Francesco Agus è stato categorico: «La legge arriva in ritardo in Aula, si è perso un mese e mezzo, noi avevamo chiesto di discuterla all’inizio dell’anno.
Quanto alla natura della legge, ricordo che non esistono leggi tecniche. La Finanziaria è l’atto più importante con il quale si esercita la potestà legislativa».
Il capogruppo dei Progressisti ha poi ricordato che anche lo scorso anno si portò la legge in Aula con tre mesi di ritardo anche se non era ancora esplosa la pandemia.
«Quest’anno c’è un’incertezza legata al quadro nazionale, per questo è necessario capire quali sono le risorse disponibili e come spenderle – ha affermato Francesco Agus – penserei prima di tutto a ridurre gli sprechi, a tagliare i rami secchi e ad eliminare le inefficienze. Mi pare invece che si pensi a creare altri rami secchi. La Giunta non ha un quadro chiaro sulle cose da fare. Occorre valutare le situazioni di crisi e pensare alla programmazione. Noi siamo tenuti a mettere da parte le risorse per i cofinanziamenti, a volte non aver poco per cofinanziare ci potrebbe far perdere molto. Queste sono scelte politiche e non tecniche».
Francesco Agus ha poi lanciato un monito: «Nessuno di noi sa quando sarà discusso l’assestamento di bilancio. Anche se venisse approvato nei primi giorni di aprile trascorrerà almeno un mese prima che arrivi in aula. Ciò significa che non verrà approvato prima di maggio/giugno. Non creiamo inutili aspettative».
L’esponente della minoranza ha auspicato una discussione seria sulla continuità territoriale: «Mi aspetto che domani l’assessore dei trasporti relazioni sul tema. Il dibattito si è spostato sui giornali. Noi non vogliamo contrapposizioni. Si discuta in modo pacato, evitiamo che ci sia un nuovo tira e molla con il Governo».
Francesco Agus, infine, ha invocato un accelerazione sul piano per la ripresa: «Non riesco a capire cosa abbia portato la Giunta a tirare la corda evitando di discutere la questione.
La ripresa sta a cuore a tutti, su questo ci giochiamo i prossimi trent’anni di sviluppo».
Il presidente Michele Pais ha quindi dato la parola all’assessore Giuseppe Fasolino per la replica: «Stiamo per approvare il documento più importante – ha detto il responsabile della Programmazione – mai mi sarei aspettato di portare in aula documenti come questi, nessuno di noi si sarebbe aspettato di affrontare un’emergenza come questa. E’ vero che questa non è una finanziaria normale, ma è altrettanto vero che stiamo attraversando una situazione senza precedenti. Non possiamo votare una finanziaria dettagliata senza sapere ciò che succederà nelle prossime settimane. Per questo abbiamo optato per una finanziaria tecnica. Ringrazio l’opposizione per aver dimostrato grande senso di responsabilità. Abbiamo scelto un percorso prudente.
Abbiamo fatto una scelta responsabile elaborando un documento snello con pochi obiettivi: dare risorse agli enti locali, uscire dall’esercizio provvisorio, inserire i fondi per la sanità e la continuità territoriale. Una delle certezze è che senza fondi si rischiava di bloccare la continuità territoriale».
Giuseppe Fasolino ha poi ringraziato l’on. Moriconi per il suo intervento: «Le sue sono argomentazioni nobili e serie che mi trovano d’accordo. Meritano una riflessione attenta. Su alcuni punti stiamo già lavorando. L’obiettivo è approvare la prossima finanziaria nei tempi previsti».
Sul Recovery Fund, Giuseppe Fasolino ha preferito non entrare nel merito: «Lo faremo a tempo debito con una discussione franca e dettagliata».
L’assessore ha poi replicato all’intervento dell’on. Maria Laura Caddeo (Progressisti): «Non vogliamo tagliare la cultura. Abbiamo stanziato oltre 7 milioni per compensare i tagli dei fondi statali ed europei. Con l’assessore Andrea Biancareddu abbiamo fatto un programma a medio termine per compensare i tagli dello scorso anno».
Rassicurazioni anche sui fondi per i dispositivi sanitari dei pazienti diabetici: «Abbiamo preso l’impegno, se dovessero mancare i fondi, di stanziare nuove risorse».
Giuseppe Fasolino ha poi concluso il suo intervento rivolgendosi al capogruppo dei Progressisti Francesco Agus: «Una finanziaria politica si potrà avere quando avremo i dati disponibili per programmare. Faremo una variazione di bilancio da sottoporre al Consiglio. Queste che presentiamo oggi sono scelte emergenziali. Invito tutti ad essere prudenti, l’emergenza non è finita, occorre rimboccarsi le maniche e interpretare il futuro».
Il presidente Michele Pais ha quindi dichiarato chiusa la discussione generale e messo in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato con 28 voti a favore. Ventuno gli astenuti.
L’Aula ha poi dato il via libera al Documento di economia e finanza e alla risoluzione allegata (26 sì e 14 astenuti).
Su richiesta delle opposizioni la seduta è stata sospesa per 10 minuti.
Alla ripresa dei lavori il presidente Pais ha dato la parola al consigliere Massimo Zedda (Progressisti) che ha chiesto al capogruppo del Psd’Az Franco Mula di fornire una copia dei progetti sul Recovery Fund ai gruppi di opposizione: «Ciò consentirebbe di proseguire in modo sereno la discussione».
Il presidente Michele Pais ha espresso forti perplessità: «Non conosco i documenti in possesso dell’on. Mula – ha detto – domani si discuterà l’argomento del Recovery Fund. C’è la disponibilità del presidente della Regione. Evitiamo di creare situazioni di conflitto». Il presidente ha quindi chiuso la seduta. I lavori del Consiglio riprenderanno domani mattina alle 10.00.