Il saluto del presidente del Consiglio regionale Michele Pais nell’assemblea sulle tariffe marittime.
A nome mio, dell’intero Consiglio regionale della Sardegna, saluto i Rappresentanti delle istituzioni europee, statali e locali che, con la loro presenza, hanno voluto onorare questo importante momento di confronto.
Sono convinto che su temi come quelli che siamo chiamati ad affrontare quest’ggi, – nei quali sono coinvolte le competenze dei diversi livelli di governo, – si debba agire in modo unitario, sia nella fase in cui si discutono le possibili soluzioni, che nella fase in cui si elaborano le strategie più idonee a raggiungere gli obiettivi.
L’azione di chi rappresenta il popolo sardo nelle diverse istituzioni democratiche è infatti più incisiva se è condotta in modo unitario e se non si disperde in estemporanee iniziative talvolta tra loro contrastanti.
Per questo, assieme al presidente della Regione, il Consiglio regionale ha proposto l’odierno incontro.
I rappresentanti eletti nei collegi che insistono sul territorio sardo e i rappresentanti che provengono dalla Sardegna (sia che abbiano ricevuto un mandato elettorale europeo, o uno statale, regionale o locale), infatti, conoscono bene le problematiche che vive l’Isola, gli ostacoli che una errata concezione dell’insularità pone, le sfide che ogni giorno minano la serenità di molte famiglie, di molti lavoratori, di chi vive il tragico dramma della disoccupazione.
L’incontro odierno vuole dunque dimostrare che i circuiti rappresentativi non devono essere considerati “circuiti chiusi”, non comunicanti o comunicanti solo attraverso determinate forme:
l’incontro odierno vuole dimostrare che, in nome di un comune denominatore, si possono creare anche sedi di confronto interistituzionale nelle quali poter convogliare, in una unica azione, le molteplici idee e le molteplici iniziative che, intraprese da sole, potrebbero risultare sterili o poco efficaci.
Il tema che si affronta in questo appuntamento è noto in quanto di estrema attualità.
Come specificato nella lettera di invito, gli accordi e la normativa da essi derivante, che impongono – a partire da quest’anno – limiti sulla composizione dei combustibili per uso marittimo, hanno un impatto notevole sull’economia dell’Isola.
Occorre tuttavia premettere un aspetto importante per evitare fraintendimenti e per avviare un dibattito costruttivo:
Ritengo che in quest’Aula nessuno dei presenti metta in dubbio l’importanza della salvaguardia dell’ambiente naturale e dell’ecosistema che con tali misure si intende assicurare.
La normativa che limita la percentuale di zolfo nei combustibili, infatti, risponde alla imprescindibile esigenza di tutelare l’aria e di ridurre le emissioni inquinanti in atmosfera e nell’acqua.
L’ambiente, l’ecosistema e la salute sono definiti dalla giurisprudenza costituzionale, ma prima ancora avvertiti dalla coscienza collettiva, come “valori” fondamentali e imprescindibili.
La loro tutela, affermata nei Trattati internazionali e nella normativa europea, è affidata dalla Costituzione italiana, ciascuno per sua competenza, agli enti costitutivi della Repubblica.
Il livello e le modalità attraverso i quali tali enti assicurano la tutela (ad iniziare dallo Stato che, su tali materie, ha una competenza di sicuro prevalente e “trasversale” rispetto a competenze simili attribuite agli altri livelli) rappresentano lo specchio della nostra cultura e del progresso civile raggiunto.
Fatta questa imprescindibile premessa non si può tuttavia trascurare che il rispetto delle misure adottate per migliorare le condizioni dell’ambiente, implichi, come è noto a tutti, l’innalzamento del costo del carburante e, dunque, un sicuro aumento delle tariffe da parte delle compagnie di navigazione.
Le conseguenze che ciò comporta sono immaginabili: per una regione insulare, qual è la nostra Sardegna, quello marittimo costituisce un “canale” di collegamento ordinario soprattutto per il trasporto delle merci.
L’aumento delle tariffe, di conseguenza, avrà fortissime ripercussioni sull’economia dell’isola e contribuirà ad accrescere gli svantaggi strutturali che, purtroppo penalizzano la Regione sarda.
Ancora una volta la condizione insulare rischia quindi di diventare motivo di svantaggio piuttosto che di ricchezza, di qualità, di originalità.
Occorre trovare, in breve tempo, idonee soluzioni per evitare le conseguenze negative di misure di per sé indispensabili e condivisibili.
Il dibattito odierno è stato fortemente voluto proprio per questo:
il confronto sarà sicuramente utile per individuare un percorso il più possibile condiviso e per elaborare strategie che, ad esempio, attraverso forme di equa distribuzione degli oneri o mediante altre misure di riequilibrio, possano restituire ai sardi pari condizioni di partenza, pari opportunità, rispetto a chi vive nel territorio continentale.
Quello che si affronta, dunque, non è un tema che riguarda i sardi ma è un tema che, toccando il principio di uguaglianza sostanziale, coinvolge tutti gli ordinamenti, anche quello europeo e nazionale, chiamati a farsi carico del problema e a dare risposte concrete in virtù di un principio cardine, di un “principio supremo”, affermato nella Costituzione e nei Trattati.
Il contributo che scaturirà da tale confronto sarà ancora più utile se ciascuno dei presenti, nelle rispettive sedi istituzionali, si farà in modo convinto portatore della linea di indirizzo definita così avviando una azione sinergica ai vari livelli di rappresentanza e di governo.
Nell’ambito del Consiglio regionale – interpreto l’intento manifestato dalle forze politiche – è opportuno che gli spunti e le riflessioni che emergeranno dall’odierno dibattito confluiscano in un atto di indirizzo che si auspica venga approvato in modo condiviso nella seduta convocata immediatamente dopo questo incontro.
Per questo, l’ulteriore auspicio, è quello di definire in modo determinante, preciso e circoscritto, le linee di azione da intraprendere, affinché l’indirizzo condiviso produca in modo concreto e tempestivo i suoi effetti.
Rinnovando il saluto a tutti i presenti, auguro buon lavoro e ringrazio gli ospiti che ci hanno raggiunto e quelli che, in risposta all’invito, sebbene impossibilitati a presenziare, hanno comunque esplicitamente manifestato il loro impegno per affrontare la problematica in discussione.