«Dopo i 42 della precedente graduatoria, abbiamo stanziato le risorse necessarie per finanziare altri 51 Comuni che avevano fatto richiesta di auto elettrica. Così proseguiamo il percorso intrapreso per consolidare un modello di sviluppo ecosostenibile della Sardegna, anche sostituendo il parco macchine a motore di enti pubblici e di aziende private.»
L’assessore regionale dell’Industria, Anita Pili, ha annunciato così la rimodulazione dei fondi del programma della mobilità elettrica in Sardegna.
«Inoltre – ha aggiunto Anita Pili – con l’apertura del bando alle piccole e medie imprese di tutti i settori la richiesta è notevolmente cresciuta, perciò abbiamo ripristinato la dotazione di 4 milioni di euro e riusciremo a finanziare circa 240 veicoli elettrici, tra auto, furgoni e pulmini.»
«Per quanto riguarda le infrastrutture pubbliche di ricarica elettrica – ha spiegato l’assessore dell’Industria – seguendo le indicazioni del Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec), abbiamo deciso di conciliare l’installazione di un numero necessario allo sviluppo della mobilità elettrica con l’esigenza di contenere la proliferazione di punti che rischiano di diventare velocemente obsoleti dal punto di vista tecnologico. La realizzazione delle infrastrutture nelle aree urbane, individuate nella pianificazione regionale, potrà essere realizzata da imprese e coordinata con un protocollo di intesa che favorisca uno sviluppo armonico ed efficace della mobilità elettrica regionale, privilegiando stazioni con ricarica quick e fast. Mentre nelle aree extraurbane è necessario coinvolgere gli operatori privati che dispongono di aree accessibili al pubblico a ridosso delle principali e strategiche reti viarie dell’Isola (SS 131, SS 131 dcn, SS 729, SS 130, SS 125, SS 554 e SS 195), incentivandoli a realizzare e implementare le infrastrutture elettriche con potenza elevata. Verranno realizzate circa trentadue postazioni con ricarica elettrica rapida. L’integrazione tra fonti rinnovabili e stazioni di ricarica di potenza elevata – ha concluso Anita Pili -, oltre ad avere un impatto positivo sulla riduzione delle emissioni, risulta essenziale per ridurre i picchi di potenza richiesti al sistema elettrico.»