La lotta al fungo killer degli olivastri e delle sugherete, la cessione del patrimonio immobiliare Igea e il progetto di repowering del parco eolico di Nulvi e Ploaghe sono stati al centro della seduta odierna della Commissione “Attività Produttive” del Consiglio regionale presieduta da Piero Maieli.
Difesa fitosanitaria delle piante forestali nell’oristanese e nel Nord Sardegna.
Subito 240mila euro per due progetti sperimentali di monitoraggio e lotta agli agenti patogeni che stanno mettendo a rischio il patrimonio forestale dell’Isola. Lo ha annunciato l’assessore dell’Ambiente Gianni Lampis sentito questa mattina dalla Quinta Commissione del Consiglio regionale sull’emergenza fitosanitaria che sta interessando vaste estensioni di olivastri nel territorio del comune di Paulilatino e diversi boschi di querce da sughero nella Sardegna settentrionale. Nel primo caso, le risorse saranno utilizzate per verificare l’areale di diffusione del fungo killer che ha colpito fino ad ora 500 ettari di olivastri. Sarà inoltre finanziata la sperimentazione sul campo di strumenti e misure per contrastare la malattia. Per quanto riguarda invece le sugherete del Nord Sardegna sarà confermato ed esteso il progetto sperimentale di monitoraggio fitosanitario avviato da Agris in una zona di 400 ettari gestita da Forestas nel comune di Buddusò. Le due misure sono state condivise con il tavolo tecnico regionale coordinato dall’assessorato all’Ambiente. Le risorse riguardano l’annualità 2022. Soddisfatto il consigliere del gruppo Misto e sindaco di Paulilatino Domenico Gallus che insieme al collega Giovanni Antonio Satta, ex sindaco di Buddusò, aveva sollecitato l’audizione di questa mattina: «È necessario agire con tempestività – ha detto Domenico Gallus – bene la decisione di impegnare subito queste risorse. Per il 2023 chiederemo di stanziare altri fondi attraverso la legge Omnibus.»
Patrimonio ex siti minerari.
Non convince L’Anci la proposta di legge per l’utilizzo produttivo delle aree ex minerarie dell’Isola presentata dal Gruppo Lega, primo firmatario Michele Ennas. Lo hanno detto a chiare lettere i rappresentanti dell’Associazione dei comuni e i sindaci di Iglesias, Guspini e Buggerru nei cui territori sono presenti i più importanti siti ex minerari della Sardegna. Secondo i primi cittadini, la proposta rischia di mettere ai margini gli enti locali nella gestione del patrimonio immobiliare dell’industria estrattiva.
«C’è già una legge regionale (la n.33 del 1998) che consente la cessione dei beni ai comuni da parte della Regione – ha detto il sindaco di Iglesias Mauro Usai – è quella che tre anni fa ha consentito al mio comune di ottenere da Igea cinque beni immobili che stiamo valorizzando. Si prosegua su questa strada, non serve una nuova legge.»
Perplessità anche da parte del sindaco di Guspini Giuseppe De Fanti secondo il quale «la legge 33 ha funzionato fino a qualche anno fa. Poi Igea ha iniziato a porre limiti sulla destinazione d’uso degli immobili dati in concessione. Questo ha creato problemi. I comuni a cui vengono ceduti i beni devono essere messi nelle condizioni di utilizzarli al meglio». Il primo firmatario della proposta di legge Michele Ennas ha chiarito che la legge punta a rendere più snella la procedura per la dismissione dei beni da parte di Igea: «Non si tratta di tutelare solo gli immobili di pregio che interessano i Comuni – ha detto Michele Ennas – ciò a cui punta la legge è la gestione complessiva di un patrimonio dalle enormi potenzialità oggi fermo e non utilizzato. Non c’è nessuna volontà di bypassare i comuni».
Sulla stessa lunghezza d’onda l’assessore dell’Ambiente Gianni Lampis per il quale è necessario aggiornare la normativa e adeguarla alle nuove esigenze: «Occorre segnare una differenza col passato – ha detto – messi da parte i beni che interessano i comuni, tutto il resto può essere immesso sul mercato tenendo conto della pianificazione urbanistica. Il processo di cessione dei beni deve essere codificato. Basta con la discrezionalità».
Il presidente della Commissione Piero Maieli ha preso atto delle posizioni dei sindaci e annunciato un ulteriore approfondimento con l’assessora all’Industria Anita Pili che dovrà fornire il parere della Giunta. Critiche sulla mancata presenza dell’assessora ai lavori di questa mattina sono state avanzate dai consiglieri del Pd Rossella Pinna e Salvatore Corrias («E’ una partita importante sulla quale la Giunta ha il dovere di far conoscere la sua posizione»). Emanuele Cera (Forza Italia) ha invece chiesto che venga rispettato il ruolo dei comuni e che allo stesso tempo si proceda all’approvazione di una nuova legge o alla modifica di quella esistente in modo da poter sfruttare il patrimonio delle ex miniere. Al termine dell’audizione Paola Casula, in rappresentanza dell’Anci ha annunciato la presentazione di un documento dettagliato con le osservazioni alla proposta di legge della Lega: «Per noi la cessione dei beni ai comuni si può fare con la legge attualmente in vigore – ha detto – la nuova rischia di allungare i tempi. La proposta di legge in discussione non raggiunge l’obiettivo. O la si rende più snella oppure si apportino modifiche a quella esistente».
Parco eolico di Nulvi e Ploaghe.
La commissione, infine, ha preso in esame il progetto di rinnovamento e potenziamento del parco eolico di Nulvi-Ploaghe attualmente bloccato per l’esistenza di un conflitto di attribuzione tra Stato e Regione davanti alla Corte Costituzionale. Il progetto di repowering, dopo il no della Sovraintendenza di Sassari era stato bocciato dal Consiglio di Stato lo scorso 31 dicembre. Il 10 marzo però, il colpo di scena, con il via libera del Consiglio dei ministri che aveva inserito il progetto per il parco eolico di Nulvi-Ploaghe tra i sei autorizzati a livello nazionale. Decisione presa però senza consultare la Regione. Per questo, il presidente Christian Solinas aveva deciso di impugnare il provvedimento davanti alla Consulta.
«Questa decisione rischia di pregiudicare il progetto – hanno detto i sindaci di Nulvi e Ploaghe Antonello Cubaiu e Carlo Sotgiu – l’impianto ha importanti ricadute nel territorio e rappresenta un’opportunità di lavoro per le nuove generazioni che si stanno formando. Occorre trovare una soluzione per fare in modo che il progetto si realizzi.»
Chiarezza ha chiesto anche il responsabile delle relazioni esterne della Erg Giuseppe Consentino: «La nostra società vuole investire sul parco oltre 100 milioni di euro – ha detto il rappresentante della società che gestisce l’impianto – è prevista l’installazione di pale più grandi, oltre il doppio di quelle attuali, ma il numero complessivo sarà ridotto da 51 a 27. Il cantiere per il rinnovamento del parco durerà due anni e occuperà circa 60 persone con un indotto importante per tutto il territorio. C’è la nostra volontà di andare avanti ma abbiamo bisogno di chiarezza e tempi certi».
A Giuseppe Consentino ha replicato l’assessora dell’Industria Anita Pili: «Occorre scindere i due piani, quello tecnico da quello politico – ha detto l’esponente dell’esecutivo regionale – la Regione ha impugnato il provvedimento del Governo per una questione di principio. Se passasse questo provvedimento, assunto senza consultarci, rappresenterebbe un pericoloso precedente. Noi non siamo contrari al progetto per lo sfruttamento di energie rinnovabili, anzi. Per andare avanti occorre però attendere l’esito del ricorso da noi presentato. In questo momento non può essere firmata nessuna autorizzazione».
Anche per il presidente Piero Maieli non c’è nessun ostacolo da parte della Regione: «La Giunta ha dovuto prendere posizione nei confronti del Governo – ha concluso – la volontà di realizzare il parco c’è tutta. Bisogna però aspettare la decisione della Corte Costituzionale».