«Sebbene il nostro Paese in questi giorni sia colpito dalla gravissima emergenza epidemiologica da Covid-19, la messa in sicurezza del territorio di Olbia non può più attendere e la Valutazione di impatto ambientale sulla quale devono ancora esprimersi gli Uffici regionali deve arrivare tassativamente entro il prossimo giugno. Anche se il termine ultimo per l’affidamento dei lavori di mitigazione del rischio idraulico è il mese di gennaio 2021, il progetto deve necessariamente ottenere la Valutazione di Impatto Ambientale entro giugno 2020. Termine entro il quale se il parere degli Uffici regionali non dovesse arrivare, Olbia perderebbe definitivamente i finanziamenti attualmente disponibili.»
Questa la denuncia al centro di un’interrogazione presentata dal consigliere regionale del M5S Roberto Li Gioi che, assieme al portavoce alla Camera dei deputati Nardo Marino (M5S) e a quelli nel Consiglio comunale di Olbia, Maria Teresa Piccinnu e Roberto Ferinaio (M5S), rinnova l’appello per la messa in sicurezza della città. Un appello che segue una prima interrogazione presentata da Roberto Li Gioi in Consiglio regionale già lo scorso settembre e rimasta ancora senza risposta.
«Ciò che preoccupa maggiormente in questi giorni – sottolinea il consigliere del M5S – è la circolazione di notizie per niente rassicuranti: il Ministero delle Infrastrutture avrebbe infatti chiesto all’assessorato dei Lavori Pubblici informazioni sull’iter di approvazione del Piano Mancini, e questa richiesta potrebbe rappresentare il primo passo verso la revoca dei finanziamenti. Una revoca dettata esclusivamente dall’inerzia della Regione. Tra l’altro, secondo indiscrezioni, l’Ufficio di Tutela del Paesaggio, dopo aver emesso già due pareri positivi, starebbe per emettere un parere negativo sul Piano Mancini.»
«Nel mese di settembre 2019 – spiega Nardo Marino (M5S) – dopo una serie di interlocuzioni con il Ministero dell’Ambiente, avevo lanciato l’allarme su un possibile dirottamento dei 125,3 milioni di euro destinati a mettere in sicurezza la città di Olbia. Sono trascorsi otto mesi e la situazione è rimasta la stessa. Non si può decidere di non decidere, non si possono gettare al vento le risorse stanziate per evitare che Olbia si trovi ad affrontare un altro 18 novembre. La Regione deve scegliere. Non è più tempo di tergiversare.»
«L’avvio dei lavori – prosegue Roberto Li Gioi – rappresenterebbe inoltre una grandissima opportunità per il rilancio del settore edilizio nel territorio gallurese, duramente colpito dalla crisi economica derivante dall’emergenza Coronavirus.»
Inoltre, sottolineano Maria Teresa Piccinnu e Roberto Ferinaio: «Alla luce dei fatti sollevati dai nostri deputati alla camera e in regione Nardo Marino e Roberto Li Gioi, che ricordiamo rappresentano la città di Olbia nelle più alte assise, denunciamo con forza che la perdita dei finanziamenti per la realizzazione delle opere di mitigazione del rischio idraulico in città causerebbero non solo l’esposizione della città a nuove alluvioni e nuove potenziali vittime, ma un danno incalcolabile al 70% dei cittadini che vedrebbero per sempre le proprie case e terreni classificati in zona ad alto rischio idrogeologico e non potrebbero più costruire niente. Un danno sociale per i cittadini, economico per le imprese e i tecnici che vivono di edilizia. Presenteremo una interrogazione urgente anche in consiglio comunale. Gli olbiesi devono sapere a quali rischi le prese di posizione delle amministrazioni cittadine e regionali li espongono».
«Per questo – conclude Roberto Li Gioi – chiediamo al presidente Christian Solinas e agli assessori dei Lavori Pubblici e dell’Ambiente a che punto sia l’iter progettuale e il relativo stato di attuazione di ciascuno dei quattro lotti in cui sono stati divisi gli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico, cosa intendano fare per mettere in sicurezza la popolazione, e quali urgenti iniziative intendano portare avanti per scongiurare la perdita degli ingenti finanziamenti che il Governo ha destinato alla città di Olbia e che rischiamo di perdere mettendo irrimediabilmente a repentaglio la sicurezza degli olbiesi.»