“Anno dopo anno hanno dovuto fare i conti con un orario di lavoro ballerino, costantemente ricalcolato sulla base delle nuove esigenze della ditta appaltatrice senza ottenere in cambio alcuna garanzia di stabilità né alcuna certezza in merito al mantenimento del posto di lavoro. È quanto capitato ai lavoratori impiegati nei servizi di pulizia e sanificazione degli immobili in uso all’Ente Regione Sardegna. Lavoratori che si apprestano a venire assunti dalla ditta vincitrice della nuova gara d’appalto, suddivisa in sei lotti, che riguarda il servizio di pulizia di decine di edifici pubblici su tutto il territorio regionale. Questi lavoratori temono di andare nuovamente incontro a sforbiciate del monte ore lavorativo o addirittura alla presenza di esuberi.”
Lo ha detto il consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle, Michele Ciusa, che ha presentato un’interrogazione al presidente della Regione, Christian Solinas, e all’assessore agli Enti locali, Quirico Sanna.
“Stiamo parlando di centinaia di persone – ha aggiunto Michele Ciusa – che si occupano di igienizzare e sanificare gli uffici e i locali in uso alla Regione Sardegna, a partire dall’edificio cagliaritano di via Roma, sede del Consiglio Regionale, sino agli immobili che ospitano istituti finanziati dalla Regione su tutto il territorio regionale, nonché le Università degli Studi di Cagliari e Sassari. Nel 2020, l’appaltatore uscente ha siglato diversi accordi sindacali per la riduzione dell’orario di lavoro del personale, allo scopo di evitare il ricorso alla procedura di esubero. La riduzione è stata rideterminata in più fasi, passando dalla misura del 35% dell’orario contrattuale al 32,50%, uguale per tutti i lavoratori, con efficacia fino al 31 gennaio 2021. Non possiamo accettare che questa condizione di incertezza si ripeta all’infinito. La programmazione del lavoro deve essere parametrata su un numero di ore adeguato allo svolgimento del servizio di pulizia e sanificazione richiesto dalle norme vigenti. La Regione – ha concluso Michele Caria – ha il dovere di tutelare i propri dipendenti, anche quelli che lavorano per le ditte in appalto, e di mettere fine una volta per tutte ai continui ricalcoli degli esuberi, come accaduto nel corso del precedente appalto.”
Antonio Caria