«Estendere la durata delle concessioni demaniali a fini di pesca e acquacoltura in Sardegna in scadenza il 31 dicembre 2020.»
Lo ha ribadito, in una nota inviata al presidente della Giunta regionale, all’assessore dell’Agricoltura e al presidente del Consiglio regionale, il consigliere regionale del Gruppo Misto, Roberto Caredda che rimarca: «Questa situazione di incertezza, vista l’imminente scadenza dei termini, rischia di aggravare la già pesante crisi economica che vive l’intero comparto dei pescatori delle lagune sarde, con ricadute socioeconomiche drammatiche in alcune comunità in cui la pesca e l’acquacoltura svolgono un ruolo chiave».
«Nel corso dei mesi precedenti – queste ancora le parole di Roberto Caredda – ho sollecitato più volte la presa in carico della questione, con frequenti interlocuzioni con le associazioni di categoria e l’Assessorato Regionale dell’agricoltura e riforma agro-pastorale. Sul tema sono state presentate diverse mozioni, tra cui la Mozione 314 del 7 Agosto 2020 da me sottoscritta “sull’applicazione dell’art. 1, comma 682 e segg. della legge 30 dicembre 2018 n. 145 che determina l’estensione della durata delle concessioni demaniali a fini di pesca e acquacoltura in Sardegna sino al 31 dicembre 2033.»
«La recente emergenza Covid-19 – ha concluso Roberto Caredda -, ancora di più, impone di dare maggiore certezza a tutte le imprese di pesca e acquacoltura concessionarie di compendi ittici, fortemente messe in crisi dalla pandemia, per consentire loro una ripresa economica, che non potrà certo essere preventivata nel breve/medio periodo, ma necessiterà di un lungo arco di tempo per la ripresa stabile delle attività. Dunque è necessario garantire un orizzonte temporale congruo per programmare le azioni e gli investimenti necessari a rilanciare il settore, attraverso una protrazione della durata delle concessioni demaniali a fini di pesca e acquacoltura, ai sensi dell’art. 1, commi da 682 a 684, della legge 30 dicembre 2018 n. 145, con scadenza quindi al 31 dicembre 2033.»
Antonio Caria