Stabilizzazioni e reclutamento del personale, sono stati i temi al centro dell’audizione dell’assessora del Personale, Valeria Satta, nella commissione lavoro, presieduta da Alfonso Marras (Psd’Az). La riunione, sollecitata dal consigliere del Pd, Piero Comandini, con particolare riferimento alla recente delibera di Giunta (n.16/11 del 5 maggio 2021) inerente il piano di superamento del precariato nel cosiddetto sistema regione, è stata anche l’occasione per confermare l’impegno dell’assessore Valeria Satta sulla ormai imminente presentazione in Giunta (previa concertazione con i sindacati) del piano del fabbisogno e sulla conclusione delle procedure di stabilizzazione di 83 lavoratori (42 impiegati negli assessorati e 41 in enti agenzie regionali) entro la primavera del 2022.
Sollecitata anche dagli interventi e dalle richieste di chiarimento formulate nel corso dei loro interventi dai consiglieri Piero Comandini (Pd), Desirè Manca (M5S) e Francesco Stara (Udc), l’assessora Satta insieme con la direttrice dell’assessorato Silvia Cocco, ha illustrato le differenti procedure previste per la stabilizzazione («a domanda e a concorso riservato, perché l’entrata in vigore della legge 30 non consente la stabilizzazione a domanda anche per gli ex collaboratori con contratto a tempo e di natura flessibile») escludendo in sostanza la possibilità di un unico bando rivolto sia ai precari dell’amministrazione che a quelli in servizio negli enti («si rischierebbe un generale rallentamento piuttosto che l’accelerazione auspicata»). L’assessora e la dottoressa Silvia Cocco non hanno inoltre nascosto le carenze in organico che penalizzano le attività dell’intero sistema Regione ed hanno confermato «la volontà di cedere spazi occupazionali, fino a 5 milioni di euro, in favore di enti e agenzie che non hanno possibilità di incrementare gli addetti ma hanno le risorse sufficienti a sopportarne l’onore economico».
Nella parte conclusiva del loro intervento sia l’assessora Valeria Satta che la direttrice Silvia Cocco hanno escluso rallentamenti e ritardi nelle attività degli uffici per il ricorso allo smart working durante la pandemia da Covid: «La modalità del lavoro agile non ha provocato né disagi, né alcun tipo di danno».